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Taobuk 2015

I muri dell'omertà

Da sinistra: Salvo Palazzolo, Nino Di Matteo ed Elvira Terranova.

La quinta edizione di Taobuk si è chiusa il 25 settembre con la premiazione dello scrittore Tahar Ben Jelloun, autore del volume E questo l'Islam che ci fa paura: introdotto dal giornalista Andrea Nicastro, lo scrittore ha sottolineato come l'Islam di oggi costituisca in certo senso l'autentica negazione di se stesso, giacché legge il Corano come se ci trovassimo nell'Alto Medioevo e non nell'era moderna. Un Islam in cui molti fedeli stentano a riconoscersi, e che costituisce una patente contraddizione con una civiltà che ha donato al mondo un gioiello letterario come Le Mille e una Notte. Tahar Ben Jelloun, riprendendo il tema conduttore di Taobuk 2015, Gli ultimi muri, si è incisivamente soffermato su tale argomento, definendo il muro più pericoloso quello fatto di silenzio, di odio e di paura. Parole che giustificano pienamente sia il premio conferitogli per la letteratura, sia quello molto più significativo per la pace.

Altro incontro cardine della serata conclusiva, e anch'esso incentrato su un muro che in Sicilia, ma ormai in tutta Italia, ha prodotto danni irreparabili, ramificando la mafia e la corruzione nella società intera, è stato quello col magistrato Nino di Matteo e col giornalista Salvo Palazzolo, autori del volume Collusi, edito da Rizzoli. Alle domande di Elvira Terranova di Adnkronos, il coraggioso magistrato, già condannato a morte dalla mafia, ha risposto esponendo la sua visione della società italiana, una visione assolutamente desolante, sia per quel che riguarda la collusione ad ogni livello tra mafia e vita pubblica, sia soprattutto per i muri elevati alla lotta alla mafia e alla corruzione da progetti di legge quali quello sulle intercettazioni telefoniche, che di fatto renderebbe impossibile il paziente lavoro di indagine che nel tempo riesce a ricomporre la trama della tela criminosa, sia per l'ormai eterno muro dell'omertà, sia perché alla cattura della cosiddetta manovalanza, o braccio armato della mafia, non ha fatto riscontro quel lavoro di ricostruzione a più alto livello, a livello di dirigenza per intenderci, l'unico che permetterebbe di tagliare la testa ad un cancro che ormai soffoca la società italiana. Di Matteo ha proseguito il suo excursus ricordando i giudici Falcone e Borsellino, il mistero dell'agenda rossa di quest'ultimo, le tante perquisizioni e requisizioni compiute poche ore dopo gli attentati di Capaci e di Via D'Amelio, azioni che hanno portato via materiale del quale di fatto non si è saputo più niente.

Un incontro denso di significato, di moniti, che assume particolare valore proprio perché avvenuto in Sicilia, e che corona una settimana nel corso della quale, grazie alla sagacia di Antonella Ferrara, Taormina si è tramutata in crocevia di intellettuali, di idee, di stimoli.

In margine, va ricordato che rimane ancora aperta fino al 18 ottobre a Palazzo Corvaja la mostra Che cosa sono le nuvole, un omaggio a Pier Paolo Pasolini a cura di Giuseppe Morgana.

La kermesse letteraria, che ha visto la partecipazione di circa cento autori ed un boom di 35.000 presenze, e sulla quale purtroppo incombe il pericolo della chiusura della libreria di Antonella Ferrara su Corso Umberto, evento che non potrà non ripercuotersi anche su Taobuk, si è conclusa a Villa Mon Repos, sede del ristorante Tout Va, con una cena di gala nell'ambito di Food Factor, patrocinato da Expo, dal suggestivo titolo Puglia Fusion, affidata agli chef pugliesi Lorenzo Lacriola, Giovanni Boccomino, Bruno Caldarulo, Michele D'Agostino, Francesco Lanza, Giuseppe Russi, Mauro Sciancalepore, al casaro Vito Squeo, al sommelier Giovanni Moriglio e alla partecipazione straordinaria di Federica d'Adamo, affermata personal chef. Un'armonia di sapori nell'assoluto rispetto della tradizione mediterranea, accompagnata dalle delicate esecuzioni del bravo pianista Salvatore Pennisi.

Giuliana Cutore

30/9/2015

La foto del servizio è di Giampiero Caminiti.