RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

L'ammalato immaginario di Leonardo Vinci

al Teatro Machiavelli di Catania

Leonardo Vinci fu uno dei grandi compositori che diede lustro alla scuola musicale napoletana del 1700. Nato intorno al 1690 a Strongoli in Calabria, studiò poi al Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo di Napoli, dove fu allievo di Gaetano Greco. Esordì professionalmente come maestro di cappella del Principe di San Severo, don Paolo di Sangro (alchimista ed esoterista dell'epoca) e in seguito si distinse sia nel genere serio che in quello comico. La sua brillante carriera lo portò nel 1725, alla morte di Scarlatti, a essere nominato vice maestro della Real Cappella di Napoli, mentre le sue opere venivano rappresentate a Roma, Parma e Venezia. Morì improvvisamente il 28 maggio 1730, secondo una diceria popolare a causa di una tazza di cioccolato. Pare che il compositore durante un suo soggiorno a Roma si fosse vantato di aver ricevuto i favori di una dama di alto rango davanti a un parente della nobildonna; allora quest'ultimo per motivi di onore familiare si vendicò facendolo avvelenare, dopo il suo rientro a Napoli, durante un ricevimento.

Venerdì 29 novembre al Teatro Machiavelli di Palazzo San Giuliano a Catania il 9° Festival internazionale del Val di Noto ha proposto all'interno della sua valida programmazione gli intermezzi Erighetta e Don Chilone, ossia L'ammalato immaginario, presentati per la prima volta il 4 novembre 1726 sulle scene del Teatro San Bartolomeo di Napoli all'interno dell'Ernelinda di Francesco Silvani: autore della loro musica, così come dell'opera seria, fu il valente Leonardo Vinci. Infatti in quel periodo le opere serie, per non annoiare troppo il pubblico, venivano inframezzate fra un atto e un altro di un'opera seria da brevi intermezzi buffi che avevano proprio la funzione di spezzare e alleggerire la tensione emotiva. Da questi intermezzi nascerà e si svilupperà poi la vera e propria opera buffa.

I due protagonisti vocali, Raffaella Marrazzo (Erighetta) e Renato Nicolò (Don Chilone), hanno cantato con sobrietà, eleganza e nonchalance, riuscendo a rendere i personaggi in tutta la loro vivace e colorita esuberanza, evidenziando anche capacità attoriali e gestuali di particolare incisività.

L'ensemble d'archi del Conservatorio Francesco Cilea di Reggio Calabria, diretta con accuratezza, competenza e alta professionalità dal maestro Milo Longo, che sedeva anche al clavicembalo, ha accompagnato i cantanti ed eseguito i brani solo strumentali con misurata diligenza e attenta scrupolosità, mettendo in campo sonorità soffuse, morbide e vellutate. Appropriati anche gli interventi di Alex Franzò, mimo che partecipa all'azione scenica come servitore ma che non apre mai bocca.

L'accorta e intelligente regia di Piera Puglisi riusciva a coordinare al meglio e in modo efficace l'azione drammaturgica con la musica, arrivando a creare un flusso sinergico sprigionante brio e gaiezza. Competente e illuminante il programma di sala curato da Gaetano Pitarresi. Entusiasti e calorosi i consensi e gli applausi tributati dal pubblico convenuto.

Giovanni Pasqualino

30/11/2019