RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Madama Butterfly

all'Arena di Verona

La Stagione del 95° Opera Festival all'Arena prosegue con la ripresa del melodramma Madama Butterfly di Giacomo Puccini nell'allestimento di Franco Zeffirelli del 2004. Lo spettacolo, giunto alla quarta ripresa, si colloca nel solco del più manierato tradizionalismo, che potrebbe stupire solo a inizio atto per la bella e monumentale collina con annessa la tipica casetta giapponese. Il tutto si ferma qui! Come il solito, il regista toscano abusa nell'utilizzo di figuranti, i quali anche in quest'occasione popolano sin dall'inizio la scena. Assistiamo alla sfilata di ogni tipo di personaggio immaginabile, anzi oltre l'immaginazione, che di per sé stride e talvolta infastidisce. Tutto questo a discapito del vero dramma della protagonista, cui vengono meno disperazione, solitudine, speranze, immolazione finale. Non c'è traccia di una drammaturgia teatrale pertinente, che lascia invece spazio a tableaux “da cartolina” fine a se stessi. Non è dato sapere chi abbia ripreso la regia in quest'occasione ma essa non si discosta dall'impianto originale. Un'opera cosi moderna e drammatica come Madama Butterfly meriterebbe una lettura diversa più focalizzata sulla protagonista, in questo caso assoluta, e sui personaggi collaterali, importanti ma sempre di riflesso. Forse è difficile in Arena trovare chiavi differenti, il solco della tradizione è stato sovente abusato, ma talvolta il coraggio dell'innovazione ha premiato. Tuttavia, al pubblico piace, ma si preferirebbe un qualcosa di più focalizzato e non il solito mondo di ombrellini e kimoni, peraltro poi nemmeno tanto stilizzati nella gestualità con l'ambiente giapponese d'inizio secolo. La mano dello scenografo, sempre Zeffirelli, è più felice, e si ammirano piacevolmente i bellissimi costumi di Emi Wada.

Sul podio il maestro Jader Bignamini conduceva la professionale Orchestra dell'Arena in una lettura di routine, senza particolari scansioni di colori e dinamiche sonore, in particolare nel II atto e nella prima parte del III. Tuttavia la sua è una direzione corretta anche se inanimata, ed è giusto rilevare che sovente andava in soccorso a solisti non certo ottimali. Buona la prova del Coro istruito da Vito Lombardi.

Deludente nel complesso il cast a cominciare dalla Cio-Cio-San di Oksana Dyka. La cantante ha una voce robusta e anche molto sonora, ma i limiti tecnici non le permettono di essere un personaggio credibile in quest'opera. Manca innanzitutto una capacità espressiva vocale che le possa permettere di passare da giovane ragazzina infatuata a donna-madre coraggiosa e risolutiva. Il timbro non è dei più felici, il fraseggio, la ricercata modulazione dei colori nel canto parlato sono assenti, il registro acuto limitato, cui si aggiungono appariscenti falle nell'intonazione. Anche il lato teatrale interpretativo era piuttosto sommario.

Marcello Giordani, Pinkerton, non era in una serata particolarmente felice poiché il suo canto era sovente strozzato e non trovava gli accenti e le fini morbidezze cui eravamo abituati. Resta sempre il professionale cantante che conosciamo ma non nel suo standard. Buona prova invece quella di Alessandro Corbelli, il quale ha avuto pochi incontri con Madama Butterfly nel corso della sua lunga e mirabile carriera. Il cantante ha fornito prova di eccelso cesellatore della parola, in un canto levigato e morbido, manierato quanto austero nella recitazione.

Particolari lodi vanno a Francesco Pittari, un Goro perfetto in ogni suo intervento, che dosava il giusto carattere viscido del personaggio senza eccessi. Vocalmente inappuntabile, preciso e di grande musicalità. Molto brava anche Silvia Beltrami, una Suzuki di buona scuola e ottima professionalità. Onorevolmente completavano la locandina l'imponente Deyan Vatchkov, Zio Bonzo, l'austero Nicolò Ceriani, Yamadori, e i professionali Alice Marini, Kate Pinkerton, Marco Camastra, Commissario imperiale, Dario Giorgelè, ufficiale del registro, Tamta Tarieli e Marina Ogii, rispettivamente madre e cugina di Cio-Cio-San.

Arena con scarsissimo pubblico ma particolarmente prodigo di applausi a tutta la compagnia al termine.

Lukas Franceschini

20/7/2017

Le foto del servizio sono di Ennevi-Arena di Verona.