RECENSIONI
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Barcellona

Il canto da camera

Un pienone assoluto al bellissimo Palau de la Música per un concerto con l' Italienisches Liederbuch di Hugo Wolf, il cui contributo fondamentale alla musica classica è stato appunto il Lied. Sarebbe stato molto bello se tutti fossero accorsi a questo avvenimento musicale importantissimo. Ma chiaramente il tutto esaurito si doveva alla presenza di due divi carismatici quali Diana Damrau e Jonas Kaufmann, e in parecchi sono usciti un po' delusi perchè i loro desideri di grandi voci della lirica non sono stati – correttamente – esauditi. In pochissimi, credo, saranno andati per il compositore o per il pianista, che era –nientemeno – Helmut Deutsch, il quale, dalla prima frase d'introduzione all'ultimo postludio, è stato esemplare e ha dato il tono esatto del concerto.

Soprano e tenore, lui un po' raffreddato, ma un paio di note raschiate e qualche piano stimbrato non contano in un programma di 95 minuti più due duetti di Schumann e Mendelssohn, sono stati altrettanto esemplari, con una dizione perfetta, un canto rilassato ed espressivo, e hanno preparato un ordine delle diverse canzoni che consentiva loro –come si sa artisti roventi sul palcoscenico – di raccontare una storia d'amore con alti e bassi e muoversi e interagire – a mio gusto forse un po' troppo perchè si avvertiva che avevano preparato tutto al millimetro – ma questa è una questione piuttosto personale che c'entra poco con il livello del concerto.

Non si può parlare in dettaglio di ben 46 canzoni con tutto il mondo di amori gentili, frivoli, tragici, querele, lamenti, scherzi, liti e riconciliazioni. Basti dire che i tre scialli della Damrau (verde, rosso e nero) più il fazzoletto di Kaufmann (rosso per l'ultima parte della seconda parte) servivano anche ai testi e alla musica. Per una questione assolutamente personale sceglierei i momenti più medidativi di lui (numeri 8, 23 e 34 particolarmente memorabili) e i più birichini di lei (numero 21, ma anche il – qui – finale e famoso Ich hab'in Pena, numero 46).

Fiori, tantissimi applausi ma poco delirio, come forse qualcuno si aspettava e desiderava. Il canto da camera ha queste cose. Arcibravi i tre, e quando i due cantanti hanno insisto a mandare avanti il pianista per fortuna c'è stato un aumento d'intensità degli applausi.

Jorge Binaghi

26/2/2018

La foto del servizio è di Antonio Bofill.