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La cantantessa al Teatro Antico di Catania

Tre giorni con Carmen Consoli in concerto

La stagione estiva del Teatro Massimo Vicenzo Bellini di Catania, che quest'anno si svolgerà in massima parte al Teatro Antico di Catania, si è aperta l'8 giugno con un concerto di Carmen Consoli, la famosissima cantautrice catanese, soprannominata la cantantessa, che proprio dalla sua città natale inizia il tour estivo. L'evento, che si replicherà sempre al Teatro Antico il 9 e il 10 giugno, è stato reso possibile dalla collaborazione tra le società private Otr live, Puntoecapo s.r.l e appunto il nostro Teatro lirico, che in tal maniera conferma la linea dinamica e aperta a varie fasce di pubblico della nuova dirigenza, linea che ha già infuso nuova linfa alle stagioni liriche e sinfoniche, arricchendole di eventi e di rassegne speciali che non hanno mancato di attirare nuovi spettatori e di rilanciare in generale la presenza del Bellini nel panorama culturale catanese.

Carmen Consoli ha intrattenuto per più di due ore il foltissimo pubblico intervenuto, con un programma che spaziava tra successi vecchi e nuovi, tra canzoni in vernacolo e in lingua, interagendo con gli spettatori con spontaneità e disinvoltura, e ricordando i tempi della prima giovinezza, degli esordi, dell'insuccesso sanremese con Amore di plastica, pezzo che verrà eliminato ma, come spesso avviene, registrerà invece un grande favore di pubblico. La cantante ha anche raccontato gustosi aneddoti della sua carriera, quale quello riguardante la canzone In bianco e nero, fraintesa come un riferimento alla morte della madre ancor oggi viva e vegeta, aneddoto narrato un po' in italiano un po' in siciliano, quasi a ribadire con forza e orgoglio le sue origini isolane, origini che, insieme alle suggestioni italiane e d'oltreoceano, hanno dato vita a uno stile abbastanza originale e accattivante, dove le melodie ancestrali, l'anima folklorica del popolo siciliano si uniscono alle asprezze del rock, a suggestioni sinfoniche e ai momenti lirici della canzone italiana, creando brani volta a volta malinconici, aggressivi, nostalgici, venati di polemica e di latente ribellione contro i vizi di certa classe politica siciliana e non solo, contro l'immobilismo e l'ipocrisia, alla ricerca quasi di una nuova via della musica leggera, che fonda in sé l'antico e il nuovo superandoli entrambi.

Molto bella e suggestiva la scenografia del concerto, quasi una conchiglia che avvolgeva gli strumentisti e la protagonista, punteggiata di luci che sembravano seguitare con i loro cromatismi quelli della musica; discreta e mai debordante anche l'amplificazione, e soprattutto quanto mai lontana dalle sonorità martellanti e avvilenti di certi concerti rock.

Accompagnava la Consoli una compagine di sette ben affiatati elementi, molti dei quali già presenti nei suoi precedenti tour: alle chitarre, oltre alla stessa cantante, c'era Massimo Roccaforte, amico e collaboratore sin dagli esordi nei piccoli locali catanesi nel 1993; ai violini c'erano Emilia Belfiore e Adriano Murania, strumentista del Bellini che ha suonato anche la viola; il violoncello era affidato a Claudia della Gatta, le percussioni ad Alessandro Monteduro e il pianoforte a Elena Gurriero, assistente personale della Consoli e sua tastierista. Musicalmente agguerriti e molto a proprio agio nei compositi e variegati ritmi della Consoli, hanno notevolmente contribuito al successo di un concerto per molti versi appassionante e coinvolgente, graditissimo ai ragazzi che affollavano la cavea ma anche ai meno giovani, con punte di infuocato ardore, espresso con frasi entusiaste e ammirative che giungevano a piena voce dalle parti più alte del teatro.

Giuliana Cutore

9/6/2017

La foto del servizio è di Giacomo Orlando.