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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Omaggio a Debussy

del Teatro Massimo Bellini di Catania

Il Teatro Massimo Bellini di Catania, in occasione della prossima ricorrenza del centenario della morte del grande musicista Claude Debussy, avvenuta il 25 marzo del 1918, ne ha voluto celebrare la memoria con un concerto interamente dedicato alle sue composizioni. Il musicista francese, assieme a Maurice Ravel, viene considerato da sempre il corifeo dell'Impressionismo musicale che si ispirava alle nuove ricerche estetiche dei giovani pittori francesi della seconda metà dell'Ottocento come Manet, Monet, Degas, Renoir, i quali intendevano fissare sulla tela le impressioni fuggevoli che colpivano l'occhio: le forme si dissolvevano e i colori si frantumavano in mille sfumature luminose che conservavano l'effetto della luce e del movimento delle cose.

Debussy, invece, intende suggerire impressioni ed emozioni senza mai definirle compiutamente: la musica viene chiamata a creare atmosfere rarefatte ed evanescenti fra le quali si avvicendano anche immagini e sensazioni fugaci. Sarà Debussy per primo a creare un nuovo linguaggio musicale tendente ad abolire molte regole tradizionali. Inserì nella musica colta occidentale elementi assunti da altre culture (orientali in particolar modo), introdusse nuovi rapporti tonali e abbandonò le ferree leggi dell'armonia tradizionale, accentuando parecchio l'uso di scale esatonali e di accordi dissonanti.

Il ghiotto programma della serata di sabato 10 febbraio (replica domenica 11 febbraio ore 17,30) prevedeva Nocturnes, trittico sinfonico per coro e orchestra op. 98, La Damoiselle élue, poema lirico per soprano, coro femminile e orchestra L. 69 e La Mer, tre schizzi sinfonici per orchestra L 111.

L'orchestra e il coro del nostro teatro sono stati condotti con eleganza e disinvoltura dal maestro Daisuke Muranaka, il quale riusciva a imprimere un certo sbalzo gagliardo alle sonorità e ai colori delle partiture, mitigato alquanto dal prestare invece un'attenzione parziale alla particolarità delle sfumature e delle loro graduazioni tonali. Nel complesso la performance ci è parsa sicuramente gradevole, piacevole e coinvolgente il purtroppo non folto pubblico presente nel teatro, sarà stato forse l'effetto ultima serata del Festival di Sanremo? Noi lo speriamo di tutto cuore.

La parte vocale del poema lirico La Damoiselle élue è stata affrontata con adeguato aplomb dal soprano Valeria Esposito, che ha saputo interpretare il sentimento di profonda estasi erotica espresso in modo magico e incantato dal poema di Dante Gabriele Rossetti nella traduzione in lingua francese di Gabriel Sarrazin.

Giovanni Pasqualino

13/2/2018

La foto del servizio è di Giacomo Orlando.