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Il Marchese di Ruvolito

inaugura la stagione 2016-2017 del Teatro Brancati di Catania

La nona stagione del Teatro Brancati di Catania si è aperta il 20 ottobre con un classico della commedia siciliana, in linea con un cartellone che ogni anno alterna lavori brillanti degli autori isolani con pezzi più moderni e alternativi: Il marchese di Ruvolito, ultimo lavoro di Nino Martoglio, per la regia di Giuseppe Romani e le scene di Susanna Messina.

Una gradevolissima commedia, che riporta indietro ad una Sicilia che fu, vissuta tra salotti e antiche dimore nobiliari in decadenza, tra pregiudizi e ambizioni di nuovi arricchiti, sullo sfondo di un'Italia che non aveva ancora conosciuto gli orrori della seconda guerra mondiale: un mondo semplice, insomma, e tutto sommato ancora abbastanza ingenuo, che nulla ha ormai a che vedere col nostro. Da qui un certo senso di estraneità e spaesamento che poteva cogliere magari lo spettatore più agguerrito, ma che si è dissolto come per incanto dinanzi alla prorompente comicità di tutta l'affiatatissima compagnia, ben in linea con i classici moduli del teatro verista e naif, che ha coinvolto il folto pubblico con una recitazione spontanea ma disinvolta, con la rutilanza dei movimenti e le battute urlate quasi a sottolineare il carattere di villani arricchiti dei protagonisti, con i coloratissimi costumi delle sorelle Rinaldi.

Sul palcoscenico si sono alternati un folto stuolo di comprimari, da Antonio Castro a Claudio Musumeci, da Riccardo Maria Tarci e Rossana Bonafede, da Roberta Andronico al bravo Turi Giordano, insieme a Maria Rita Sgarlato, Giovanni Strano, Fabio Costanzo, Marina Puglisi, Raniela Ragonese, Enrico Manna e Donatella Liotta, per finire con Savì Manna e Luigi Nicotra.

Nel ruolo eponimo, Tuccio Musumeci ha confermato ancora una volta il suo innato senso del teatro, con la sua recitazione misurata, attenta alle pause, al porgere la battuta con estrema nonchalance, il tutto unito ad una mimica notevole, che gli permette di muoversi con grande agio sia nel repertorio comico che in quello serio. Ha tratteggiato con pochi elementi il ruolo del nobile decaduto ma di grande buon cuore, attento ai quattrini ma non troppo, e soprattutto capace di grandi slanci e di commiserazione per i villani arricchiti che lo attorniano, strappando più e più volte entusiastici applausi a scena aperta.

Giuliana Cutore

22/10/2016

La foto del servizio è di Dino Stornello.