RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Premio al baritono Leo Nucci

Una serata all'insegna del canto lirico, quella svoltasi sabato 29 agosto alla Villa Bellini di Catania, nell'ambito della Bellini Renaissance, un calendario di appuntamenti in omaggio a Vincenzo Bellini, promosso dal governo Musumeci e dall'assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo di Manlio Messina. Sul palco l'orchestra del Teatro Bellini guidata dalla grinta di Fabrizio Maria Carminati, il Coro istruito dal maestro Luigi Petrozziello e il conferimento finale del Premio alla carriera “Teatro Massimo Bellini” al baritono emiliano Leo Nucci, da parte del Sovrintendente Giovanni Cultrera, del Commissario straordinario Daniela Lo Cascio, dell'assessore comunale alla Cultura e Grandi eventi Barbara Mirabella e dell'assessore regionale Messina, i quali hanno rimarcato l'impegno di andare avanti nonostante l'emergenza epidemiologica. Il consistente pubblico intervenuto ha apprezzato di gran lunga il nutrito programma in locandina, manifestando di frequente il suo ampio plauso, malgrado il vento arrecasse qualche disturbo all'amplificazione. Ha aperto la serata la Sinfonia dall'opera Norma, pietra miliare nella produzione del Cigno, con la quale nel lontano 31 maggio 1890 si inaugurava il nostro Teatro. E da subito si imponeva all'attenzione generale il piglio rigoroso della bacchetta di Carminati, che ha impresso nel corso della serata un tangibile vigore e charme melodico alle esecuzioni. Coerenti al dettato belliniano e disinvolti nelle loro abilità vocali gli interpreti che si sono susseguiti, accanto alla fermezza del Coro (da I Lombardi alla prima crociata Jerusalem e da I Puritani A festa!, Cinta di fiori) alle prese con attraenti pagine del lirismo d'Ottocento da La Sonnambula (Vi ravviso o luoghi ameni), Il Pirata (Col sorriso d'innocenza, Ciel, qual procella orribile), I Capuleti e I Montecchi ( O di Capellio…E' serbata a questo acciaro…L'amo tanto e m'è sì cara ), Werther di Massenet (Pourquoi me revellier): a rileggerle, ben compenetrati, il soprano Laura Giordano, il basso Dario Russo e il tenore Shalva Mukeria. Forte presenza scenica quella del baritono Leo Nucci, che si mantiene ancora in forma dall'alto dei suoi 78 anni: ne abbiamo colto il registro profondo e stentoreo, nonché la dizione lucidissima e l'oculato fraseggio nel repertorio verdiano dipanato lungo le arie dal Rigoletto Cortigiani, vil razza dannata, (bissato in chiusura di serata) Si, vendetta, tremenda vendetta, come nel quartetto Un dì se ben rammentomi Bella figlia dell'amore con la partecipazione del mezzosoprano Maria Russo; e non da meno nelle belliniane Ah per sempre io ti perdei, Se tra il buio un fantasma vedrai da I Puritani, accanto allo svettante duetto col basso Dario Russo, Suoni la tromba intrepido. Entusiasta dell'accoglienza ricevuta e del Premio, il baritono Leo Nucci ha esternato la sua gratitudine verso la nostra città, di nuovo attiva e fremente dopo mesi di torpore.

Anna Rita Fontana

1/9/2020