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Il sosia di Dio

di Alessandro Zignani

In occasione dei duecento anni della nascita di Anton Bruckner (Ansfelden, 4 settembre 1824), il panorama musicologico italiano su di lui si amplia con due volumi. Il sosia di Dio, finito di stampare nel settembre del 2023, è uno di questi: trecento pagine di agile formato (21x15 cm) a firma di Alessandro Zignani, germanista docente di Storia della Musica con alle spalle più di quaranta titoli che spaziano dal saggio al romanzo al teatro.

Delle due sezioni di cui è composto, la prima, In fuga dal mondo, è un excursus biografico in due lunghi capitoli: nascita, formazione, prime composizioni; trasferimento a Vienna e produzione matura. La seconda, Le sinfonie: un lessico critico, adotta un taglio curioso: elenca in ordine alfabetico non tanto delle “voci”, quanto degli “spunti didascalici” per trattare monograficamente alcuni aspetti del sinfonismo bruckneriano. Si parte con ABC, dove si delinea l'architettura delle forme; si prosegue con Analisi, con Armonia, con Autocitazioni, giù giù lungo l'alfabeto; e si finisce con Wagner, sul rapporto tra Wagner e Bruckner, con Zeitgeist, lo “spirito del tempo”, la cultura viennese fin de siècle, e con Zukunft, il “futuro” della musica bruckneriana.

Tra le altre, è da citare almeno la voce Direttori (de mortuis nihil nisi bonum), sui principali direttori bruckneriani, da Furtwängler a Jansons, passando per Böhm, Solti, Celibidache ed altri (con colpevole omissione almeno di von Karajan e Rozdestvenskij). A Georg Tintner viene invece dedicata una voce a parte. Altra lettera di spicco è la N di Nona (una, tante, nessuna?) , sul Finale incompiuto dell'ultima Sinfonia e sui completamenti che ne sono stati proposti.

Un libro sicuramente particolare nella sua impostazione, che si rivolge a chi di Bruckner non è digiuno. La parte biografica, ad esempio, ripercorre la vita del compositore per chi sappia colmarne i vuoti fra le tappe. Qualche aneddoto qua e là è doveroso, nel parlare di un compositore fatto spesso oggetto di beffe; ma l'accento viene posto soprattutto sull'aspetto di “genio inconsapevole”, di albatro baudelairiano reso goffo dalle sue stesse ali.

Anche la trattazione musicale non segue un criterio cronologico, l'autore probabilmente ritenendo di demandarlo ad altri libri di approccio più didattico ma trasversale, prendendo come cardine quelli che ho chiamato “spunti didascalici”: con la conseguenza che chi non è avvezzo all'ascolto di Bruckner non si raccapezzerà facilmente, anche perché, giocoforza, seguendo l'alfabeto e saltando da un argomento all'altro, l'insieme riesce dispersivo. Per compattare, si evita in larga misura di dar conto delle composizioni minori (con puntuali accenni, però, alla musica sacra più rilevante, che non si limita alle tre grandi Messe) e delle varie versioni e revisioni, croce e delizia di tutti i bruckneriani.

Un libro quindi specialistico, pregevole ma a tratti sfuggente. I riferimenti alle Sinfonie, per esempio, danno per scontato che si abbiano ben chiari struttura di ogni movimento e relativo profilo tematico. Il titolo, poi, è ambiguo: prima è la musica, ad essere “il sosia di Dio”, poi è l'organo. E lo è anche il sottotitolo: una cosmogonia in 36 movimenti sinfonici. Se si assume che le Sinfonie di Bruckner siano nove e che ciascuna abbia quattro movimenti, i conti tornano; ma, primo, la Nona ha il Finale incompleto, quindi a rigore i movimenti sarebbero trentacinque; e, secondo, di Sinfonie il Nostro ne compose undici in totale, comprese la 0 (che i bruckneriani chiamano al massimo Annullierte, o Sinfonia in re minore) e la 00 (altra numerazione che fa inorridire i puristi: basta chiamarla Sinfonia in fa minore o Studiensinfonie): i movimenti diventano quindi quarantatré. Forse nel libro la 0 e la 00 non sono trattate e vengono escluse? E no, se ne parla…

Ambiguità cui si aggiunge un uso, in alcuni casi, quantomeno personale della punteggiatura e l'inutile complicazione di una scrittura piuttosto lambiccata, che travalica il concetto di eleganza o ricercatezza con contorte fumisterie linguistiche, francamente estranee al concetto di saggio, per quanto ben scritto.

Christian Speranza

6/4/2024

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

22/10/2022