Mitologia Maori
di George Grey
La casa editrice Vocifuoriscena di Viterbo annovera fra le sue recenti e interessanti pubblicazioni il volume Mitologia Maori che raccoglie tutta una serie di saghe, miti, leggende e racconti riguardanti proprio la popolazione dei navigatori polinesiani che colonizzarono più di mille anni addietro la Nuova Zelanda. L'autore del testo, Sir George Gray (1812-1898), fu governatore dell'isola per conto della corona inglese, della quale era un possedimento, e durante la sua permanenza in Nuova Zelanda raccolse più di cinquecento canti Maori che intitolò Konga moteatea: me nya hakirara o nya Maori (sottotitolo inglese: Poems, traditions, and chaunts of the Maories), seguita l'anno dopo da una successiva raccolta di narrazioni e leggende: Konga mahinga tupuna Maori, He mea kohikohi mai (sottotitolo inglese: Mytology and traditions of the New Zelanders), la prima pubblicata nel 1853 e la seconda l'anno successivo.
Nella colta e articolata prefazione di Dario Giansanti viene evidenziato il valore della traduzione di Valeria Muscarà la quale è andata ben oltre la semplice trasposizione in italiano dall'originale inglese giacché ha dato vita a una vera e propria analisi critica del testo, mettendo a confronto con il prototesto maori i passaggi più controversi e ambigui, confrontandosi anche con una notevole produzione saggistica sugli argomenti, per portare chiarezza riguardo ai lati più oscuri e poco espliciti dei due testi.
A tal proposito lo stesso prefatore ha tenuto a puntualizzare: «Per questa pubblicazione si è deciso di effettuare delle scelte, seppur di poco, diverse. Il presente libro è, sì, una traduzione di Polynesian mytology, effettuata da Valeria Muscarà a partire dalla versione inglese di George Grey, ma nel riportare i miti e la cultura maori la traduttrice ha fatto continuo riferimento ai contenuti di Nga machinga a nga tupuna. Questo confronto si rileva innanzitutto nel ripristino dell'originario lessico maori, che Grey aveva del tutto eliminato, sostituendolo con termini inglesi o con invadenti perifrasi». In verità la traduzione ripristina vari passi che Grey in ossequio alla morale del tempo aveva omesso, sia perché giudicati troppo cruenti sia perché giudicati troppo osceni.
Dario Giansanti tiene anche a evidenziare nella sua illuminante prefazione: «Si è invece eliminata la lunga appendice dello stesso Grey, On the native songs of New Zeland, in cui l'autore analizza gli intervalli musicali discernibili nei canti maori in relazione alle divisioni delle scale musicali stabilite dall'armonìa greca».
Il libro si avvale inoltre di un nutrito numero di fonti e testi, di un accattivante repertorio iconografico, di un circostanziato glossario lessicale, di un importante glossario lessicale maori, di un singolare glossario zoologico, di un affascinante dizionario di personaggi mitologici e infine di una ricca bibliografia.
A rendere oltre che contenutisticamente anche esteticamente valida la pubblicazione contribuiscono sia la sua elegante veste tipografica, sia la sua bella copertina realizzata da Beatrice Emmi, che rappresenta la prua di un Waka. Va anche evidenziato che della brava artista sono anche le quattro immagini che introducono le ripartizioni principali del testo che si avvale nel suo complesso di oltre 450 pagine.
Giovanni Pasqualino
15/2/2020
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