RECENSIONI
-

_ HOMEPAGE_ | _CHI_SIAMO_ | _LIRICA_ | _PROSA_ | _RECENSIONI_| CONCERTI | BALLETTI_|_LINKS_| CONTATTI

direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


Barcellona

Il sorriso di Massenet

Cendrillon si vede e ascolta per la primissima volta – dopo più di un secolo di silenzio – al Liceu grazie alle feste di Natale e Capodanno (e arriva fino alla Befana) e conquista pubblico e critica (diamine!). Chi cercava una sorella di Cenerentola n'è forse uscito un po' (o molto) deluso ma è tutta colpa sua: l'opera francese non è l'opera italiana e tra il titolo di Rossini e questa versione invece assai fedele al racconto di Perrault (tranne il quadro nel bosco incantato) sono passati ben ottant'anni, e non solo nel mondo della musica o della lirica. Massenet sorride appena con i suoi malinconici protagonisti (Cenerentola e il Principe) e si scatena soltanto (si fa per dire) con la matrigna e le sorellastre e magari con le belle candidate e la corte reale (un punto forte quei due quadri in questa produzione). Il suo mondo fantastico non è quello di Alidoro filosofo e maestro (realistico a più non posso) ma invece è il regno della fata madrina squisitamente bella e un po' ironica che canta con difficili sovracuti e discreti ma ardui gorgheggi circondata da spiritelli leggeri e contemporaneamente un po' scontrosi (più francese di così...).

Uno spettacolo davvero magnifico (lo stesso visto a Londra e Bruxelles) per la regia di Laurent Pelly, un vero e proprio omaggio al libro di favole stampato che si presenta come cornice ed elemento delle scene, estrosi costumi che definiscono i ‘buoni' e i ‘cattivi' (qui piuttosto ‘ridicoli') con due compagnie come quelle che sempre dovrebbe ‘pensare' il Liceu, sotto la bacchetta di un Andrew Davis che dà il meglio di sé e riesce quasi anche in un miracolo senza fata madrina: quello di trasfigurare l'orchestra in una compagine quale sempre piacerebbe ascoltare.

Notevole – ma per niente sorprendente – il contributo scenico e vocale del coro istruito da José Luis Basso. I due ‘cast' sono di alto livello ma si deve sottolineare assolutamente nel primo il carisma e la voce di Joyce Di Donato, ‘Lucette' insuperabile. Anche di tutto rispetto le prestazioni di Ewa Podles (spassosissima matrigna), di Laurent Naouri (Pandolfo, un padre sottomesso ma buono) e di Alice Coote (il Principe). Le sorellastre, efficaci e convenientemente esagerate, vengono affidate sempre a Cristina Obregón e Marisa Martins, così come i numerosi ruoli minori. Annick Massis non ha cantato mai in modo così straordinario come in questa sua fata, neanche in altri ruoli di scuola francese dove sempre ha brillato più che in quelli italiani. La voce è ancora fresca e cristallina.

María José Moreno, la fata della seconda compagnia, era vocalmente alla pari anche se con meno presenza scenica. Karine Deshayes è una Cendrillon notevole dal canto suo e si dica lo stesso della simpaticissima Doris Lamprecht (non un vero contralto ma ci riesce lo stesso) nei panni della matrigna. Marc Barrard è adeguato e corretto come Pandolfe il padre, ma un po' monotono. Il Principe di Michèle Losier è forse il meno interessante di tutti perchè la voce non ha le qualità di ‘falcon' che la parte richiede (per la verità neanche Coote) e soprattutto sparisce molte volte nei duetti con la protagonista e l'emissione dell'acuto non è sempre a posto, fatto che le riesce di aggirare (non sempre) con dei movimenti e gesti un po' eccessivi.

Jorge Binaghi

31/12/2013

Le foto del servizio sono di Antonio Bofill.