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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


Standing Ovation per Noa

L'usignolo israeliano si esibisce con grande successo al Teatro Bellini di Catania

Non sempre la musica è veicolo di cultura e non sempre la cultura si esprime attraverso la musica. Il nostro assioma trova conferma ed è ampiamente e logicamente attestato da tantissima musica leggera che trova il suo humus nell'insulsaggine e nell'insipienza di vari testi la cui unica preoccupazione pare quella di creare sciocche rime e banali assonanze linguistiche, al di là di qualunque concreta consistenza, sia essa di carattere umano o esistenziale, sia essa di carattere etico, politico o sociale.

Nel caso della cantante pop israeliana Noa, esibitasi martedì 5 aprile (replica il 6) al Teatro Massimo Bellini di Catania, si può invece sicuramente parlare non solo di splendida musica ma anche e soprattutto di poesia sonora che diventa messaggio di pace e fratellanza fra i popoli, superamento delle barriere nazionali e razziali per una convivenza universale nel rispetto e comprensione reciproca fra le diverse etnie ed i diversi credi religiosi. Così in un'atmosfera magica, idealmente e ideologicamente molto vicina alle idee di Papa Francesco e di tanti laici internazionalisti e pacifisti, anni luce lontani dalle truci, torve, fosche e inumane teorie enunciate dai vari Salvini, Le Pen, Trump e gente affine che ammorba il nostro pianeta, si è svolto uno splendido concerto il cui filo conduttore era l'amore, la solidarietà, la giustizia sociale e l'equa ripartizione della ricchezza nel mondo.

L'eccezionale cantante ha così spaziato partendo da alcuni splendidi brani in lingua ebraica inneggianti non solo alla libertà, all'amore ed ai diritti umani, ma anche all'emancipazione delle donne, fino ad esibirsi in sicuri capolavori della canzone napoletana come Santa Lucia Luntana, I'te vurria vasà e Tammuriata nera ed offrendo anche un omaggio alla memoria della grande cantante siciliana Rosa Balistreri interpretando con elevato pathos due suoi cavalli di battaglia: E vui durmiti ancora e Terra ca nun senti.

Con la sua voce penetrante, rilucente di vivido smalto e luminosità specie negli acuti, ma nello stesso tempo morbida e flessuosa nei passaggi di registro e nell'uso delle mezze voci, Noa ha deliziato letteralmente l'uditorio, rivelandosi un vero e proprio straordinario e ammaliante usignolo dalle possibilità canore pressoché sconfinate. L'artista, in possesso di un'originalissima ed estroversa musicalità, ha anche definito magicamente molti ritmi delle sue esecuzioni scandendole con un'alta prestazione strumentale alle percussioni.

L'accompagnamento sinfonico dei suoi canti è stato sottolineato in modo magnifico e magistrale dall'efficace ed efficiente orchestra del nostro teatro, preparata e diretta con raffinata eleganza e alta precisione dal maestro Domenico Sanfilippo, con il supporto incisivo del collaboratore musicale dell'artista ebrea, il grande chitarrista ed arrangiatore Gil Dor. All'entusiasmo manifestato dal pubblico catanese con una vera e propria standing ovation a fine spettacolo, Noa ha risposto interpretando prima un singolare e ironico brano composto dello stesso Gil Dor di sapore proto-mozartiano (i cantanti di musica classica vengono rappresentati come galli e galline), poi la deliziosa colonna sonora del film di Benigni La vita è bella di Nicola Piovani, vero e proprio inno contro il razzismo propugnato dagli infami regimi autoritari che hanno nel passato offeso e piagato il genere umano, per concludere degnamente con l'Ave Maria di Franz Schubert, accorato e struggente brano dedicato alla Madre di Dio, reso ancora più dolce e gradevole perché cantato in modo magistrale ed ancor più perché elevato da una donna ebrea, che al di là di ogni differenza dottrinale e confessionale religiosa innalza alla Madonna un accorato canto di speranza e amore universale.

Giovanni Pasqualino

6/4/2016

Le foto del servizio sono di Giacomo Orlando.