RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Preghiera del ritorno

di Carmelo Panebianco

Sicilia ancestrale, Sicilia arcaica, Sicilia mitica, Sicilia come spazio-tempo del conoscere e del riconoscere, isola dell'iniziazione e della trasfigurazione, discesa agli inferi e rinascita come trasmutazione spirituale e ascensione verso una gnosi cosmica e onnicomprensiva. Con il suo ultimo volume di liriche dal titolo Preghiera del ritorno, pubblicato da Algra Editore di Catania, Carmelo Panebianco pone come un suggello alla sua più alta e matura produzione lirica che ha preso il suo abbrivio nel 1996 con Angelo dei gigli per poi proseguire nel 2007 con Giardino Celeste e trovare compimento in questo ultimo volume, dando luogo a un trittico che di fatto descrive un arco più che ventennale di profonda e tormentata ricerca non solo stilistica e linguistica ma anche esplorativa e ri-creativa, atta al recupero di una primigenia autenticità che tende a ritrovare la sua reale significazione nella trama ontogenetica prima e filogenetica poi del fluire verbale.

Paesaggi, giardini, odori, afflati, effluvi, antiche nenie, canti, echi lontani si affollano e si mischiano nella raccolta lirica di Panebianco come un mistico vocalizzo bizantino udito al margine di un deserto, dove il sole accecante turba, deteriora e blandisce la mente similmente ad ammalianti e febbricitanti miraggi esplosi fra dune riarse, sperdute e solitarie.

L'immaginario mistico cristiano si ritrova esaltato dalla sezione Canto per ore canoniche per poi diluirsi in un immaginario sensuale pagano, nel quale esultano Sirene, Ninfe, Psiche. Le due componenti troveranno temporanea pacificazione nel Canto del Kutik, nel Canto della quiete e dello sguardo, nel Canto dell'Axis Mundi, nel canto per Lieder, nel Canto dei dissolvimenti o disvelamenti, per acquetarsi in modo definitivo e liberatorio in Liturgia del ritorno. Canto finale o della porta del cielo, dove la stessa parola si affievolirà definitivamente fino al catatonico estremo silenzio: " …devote accolgono l'epifania del santo/e danzano inebetite vestali senza veli/fino alla vertigine estrema…//sepolta sotto la cenere giace/custodita dai rettili nascosta/la parola serrata dei defunti /".

La deliziosa silloge Preghiera del ritorno di Carmelo Panebianco, oltre a presentarsi in un'accattivante veste tipografica, si avvale di un'illuminante prefazione di Antonio Di Mauro che riesce senza alcun dubbio a cogliere il sostrato alchemico dal quale sgorga incandescente la creatività dell'autore catanese.

Giovanni Pasqualino

9/1/2018