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Vienna

La rivoluzione francese e l'opera

Georg Büchner morì a soli ventiquattro anni ma lasciò opere teatrali d'importanza, delle quali due servirono di base per il più noto Wozzeck di Alban Berg e il meno popolare Dantons Tod (La morte di Danton) del 1947 di Gottfried von Einem, compositore austriaco morto nel 1996. Si tratta di un eclettico che si è interessato soprattutto al teatro in musica (opere e balletti), ma legato sempre alla tonalità come aveva fatto il suo maestro di un tempo, Paul Hindemith. Il libretto è una versione di Büchner compiuta dall'autore stesso e da Boris Blacher. Perché Danton decise di non sfuggire al proprio destino? Quali erano le intenzioni di Robespierre? Direi che le risposte non sono chiarissime e che se Büchner era un contestatario che si batteva per la libertà e i diritti quanto estrae von Einem per il suo libretto non è lontanissimo dall'Andrea Chénier di Giordano in quanto giudizio sulla rivoluzione francese: il grido finale di Lucile, ‘Evviva il re!', che certo si riferisce a una situazione personale della povera donna impazzita non lascia, almeno qui, troppi dubbi.

L'opera è breve (un'ora e mezza) e senza intervalli, come qui, fa il suo effetto; tuttavia l'interesse drammatico cresce solo dal momento del giudizio alla fine mentre la prima parte è più espositiva tranne qualche momento del coro (un paio di scene) e l'intervento all'inizio di Robespierre. L'allestimento di Josef Ernst Köpplinger (che firma anche le luci) si avvale di una scena unica di Rainer Sinell con spostamenti e modifiche, mentre i costumi appartengono a Alfred Mayerhofer. Per certi momenti del coro, molto importante e istruito in quest'occasione da Martin Schebesta, ci sono dei movimenti con coreografia di Ricarda Regina Ludigkeit. Una regia legata all'epoca e adeguata, anche se quelle persone che restano ferme tutto ad un tratto non servono a molto. I personaggi meglio delineati dalla musica e dal libretto sono il protagonista – un Tomasz Konieczny di tanta voce ma sempre più ingolata e non proprio bella, molto vigoroso come interprete – Robespierre, un bel cameo di Thomas Ebenstein, Camille Desmoulins (deuteragonista con la sua promessa Lucile), interpretato da Benjamin Bruns che canta bene ma con voce più da caratterista che da vero tenore lirico. Tra i personaggi femminili, piuttosto episodici, spicca la Lucile di Olga Beszmertna, una voce importante ma opaca e corretta attrice ,mentre in ruoli più piccoli si fanno onore Ildiko Raimondi (una signora) e la Julie di Szylvia Vörös. Interessante ll giovane basso Peter Kellner (Saint-Just), ma la parte è troppo breve per farsene un'idea più completa. Da rilevare il buon lavoro di Wolfgang Bankl (Simon) e la voce di Wolfram Igor Derntl nei due brevissimi ruoli di un giovane e del primo boia. Dirigeva bene ma alquanto forte Michael Boder, particolarmente adatto a questo repertorio.

Jorge Binaghi

2/6/2019

La foto del servizio è di Michael Pöhn.