RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Recital alla SCAM del controtenore

Riccardo Angelo Strano

Da sinistra Manuela Cigno, Riccardo Angelo Strano, Giuseppe Sciuto.

Martedì 24 febbraio 2015, nel salone dei ricevimenti dell'Hotel Katane Palace di Catania, per la stagione concertistica curata dalla S.C.A.M. (Società Catanese Amici della Musica) ha avuto luogo il recital del controtenore Riccardo Angelo Strano, accompagnato da Manuela Cigno al pianoforte e da Giuseppe Sciuto al flauto traverso e all'ottavino. Il programma della serata, presentato con la concisione ed eleganza che lo contraddistinguono da sempre, dal presidente del sodalizio, prof. Giuseppe Montemagno, si rivelava tanto inconsueto quanto ricercato, poiché presentava al foltissimo pubblico intervenuto delle pregiate e difficoltose arie tratte dal repertorio barocco, la cui caratteristica comune era quella di essere state dedicate al grande castrato Carlo Broschi in arte Farinelli.

Nella prima parte il giovane ma già tecnicamente maturo cantante si cimentava con l'aria“Per questo dolce amplesso” dall'Artaserse di Johann Adolph Hasse e con la versione originale di “Son qual nave” dall'Artaserse di Riccardo Broschi, fratello del più famoso Farinelli. Nella seconda parte invece affrontava l'aria “Se al labbro mio non credi” e “Ombra fedele anch'io” rispettivamente dall'Artaserse e dall'Idaspe di Carlo Broschi, concludendo con il pezzo di bravura “Quell'usignolo che innamora” dalla Merope di Geminiano Giacomelli. Le arie sono state alternate al Concerto per flauto, archi e basso continuo in re maggiore op. 10 n. 3 RV 428 “Il gardellino” di Antonio Lucio Vivaldi (trascrizione per flauto e pianoforte) e alla Fantasia per flauto traverso il sol minore n. 12, TWV 40:13 (Grave – Allegro – Grave – Allegro – Dolce – Allegro – Presto) di Georg Philipp Telemann.

Riccardo Angelo Strano, che avevamo avuto già modo di ascoltare qualche anno addietro, non solo ha confermato le doti già evidenziate in passato, ma ha potenziato la sua maturazione e crescita artistica, esibendo una tecnica sicura e compatta, unita ad una spiccata musicalità e alta sensibilità espressiva. Ha affrontato inoltre con aristocratica sicurezza ed estrema disinvoltura ogni trillo, ogni gruppetto, ogni acciaccatura, ogni passaggio di registro. Il suo fraseggio risultava assolutamente preciso e netto, così come la sua dizione si proponeva sempre chiara e nitida.

Abbiamo anche apprezzato gli interventi del flautista Giuseppe Sciuto, che ha dato prova di buone capacità tecniche ed espressive, specialmente nella Fantasia di Telemann, dove esibiva delle felpate e intense sonorità tipicamente barocche ed ancor più nel brano del Giacomelli, dove riusciva a dialogare ed intrecciare la duttile e soffice linea melodica dell'ottavino con l'altrettanto plastica e morbida vocalità di Riccardo Angelo Strano, in un duettare di particolare avvenenza e grazia fonica.

Giovanni Pasqualino

25/2/2015