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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

9/4/2016

 

 


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Le piace Brahms? Abbastanza grazie!

Thomas Rösner dirige Dvorák e Brahms al Bellini di Catania

Venerdì 10 febbraio al Teatro Massimo Bellini di Catania all'interno della Stagione Sinfonica 2016/2017 sono state proposte al pubblico etneo due sinfonie di stampo tardoromantico: la Sinfonia n. 7 in re minore op. 70 di Antonin Dvorák e la Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98 di Johannes Brahms.

La Sinfonia n. 7 in re minore reca come sottotitolo “del tempo torbido” e segue di quattro anni la n. 1, che in realtà è la sesta. In verità il sistema di numerazione delle sinfonie del compositore boemo non è univoca perché alcune non furono pubblicate nel corso della sua vita e vennero ritrovate dopo la morte dell'autore. Le agitazioni dinamiche maggiori si manifestano comunque nel primo tempo della sinfonia, costruito nella classica forma sonata, mentre il secondo tempo, in forma tripartita, si distende in una cantabilità fluente e serena. Segue uno Scherzo ondeggiante con efficaci spunti contrappuntistici che si avvale anche di un Trio sviluppato in forma classica. Conclude la splendida pagina un Finale dal carattere scattante ed eroico che esibisce due temi epici in forte contrasto l'uno con l'altro.

La celebre e celebrata Sinfonia in mi minore di Brahms apre il primo movimento con un tema leggiadro ed elegante al quale subito si intrecciano altre linee melodiche fino ad infiammarla in modo appassionato. Finita l'esposizione l'autore ripresenta il primo tema nella tonalità originale e subito dopo avvia lo sviluppo di elaborazione degli elementi già presentati. L'Andante viene basato sul ritorno incessante del tema esposto inizialmente dalla sezione dei corni che viene sapientemente alternato e contrappuntato. Il terzo movimento si manifesta quasi come un Rondò, dando vita a subitanei mutamenti di colore e a fortissime esplosioni in fortissimo. Il finale non è altro che un susseguirsi di ben 36 variazioni, sviluppate da un tema originario di sole otto note. Risulta quanto mai evidente il riferimento strutturale ad una Passacaglia o ad una Ciaccona.

La conduzione di Thomas Rösner si rivelava di stampo eminentemente mitteleuropeo, vale a dire molto attenta ai trapassi armonici, allo scavo dell'elemento contrappuntistico, al contenimento dell'animosità fonica all'interno della partitura, senza mai farla tracimare e traboccare in modo eclatante verso la platea e nulla concedendo al pathos esibizionistico. L'orchestra del nostro teatro ha seguito con la sua solita precisa e definita professionalità le indicazioni direttoriali, assecondandone la complessiva compostezza ed il rilevante equilibrio sonoro e formale.

Giovanni Pasqualino

11/2/2017

La foto del servizio è di Giacomo Orlando.