RECENSIONI
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Barcellona

Il concorso di canto Viñas

Trattasi del concorso più importante della Spagna, ed è arrivato alla 54esima edizione, che non è poco, con più di 500 iscritti. Tra i membri della giuria due cantanti, solo due, ed è un peccato: Grace Bumbry e Jaume (Giacomo) Aragall. Dopo le diverse prove, tenutesi un po' dovunque: Parigi, Milano, Londra, New York, Berlino, sono arrivati ventuno candidati alla prova finale, al Liceu, che è il socio principale del Concorso. Tra questi ne sono stati scelti nove, con diversi premi, che si sono esibiti al concerto di chiusura, pure al Liceu, accompagnati dall'orchestra del Teatro e, in due casi, dal pianista Stefano Giannini, la cui presenza è abituale in queste occasioni. La compagine suonava parecchio bene, meglio dell'anno scorso, ma alquanto forte in alcuni pezzi e con qualche vistoso errore materiale nell'esecuzione, diretta da Daniel Gil de Tejada, molto preciso nel gesto.

Due baritoni coreani aprivano il concerto: Jaegyeong Jo – premio Mozart – e Junhan Choi – premio Lied e oratorio – e dimostravano buona preparazione tecnica... e nulla piú – sarebbe stato ugualmente corretto, e forse più, dichiararli deserti.

Le cose miglioravano decisamente con Elbenita Kajtazi, un soprano liricoleggero albanese, buona cantante e fine interprete (Adina e Lucia donizettiane), e ancora di più con il valente tenore Xabier Anduaga, 21 anni, già notato l'estate scorsa al Viaggio a Reims del Festival di Pesaro: ci offriva un eccellente Ramiro rossiniano, ma dovrebbe mettere ancora più a posto l'emissione dell'acuto, e una magnifica versione dell'aria ‘No puede ser' dalla zarzuela La tabernera del puerto, di Sorozábal. Il soprano russo Elena Bezgodkova ha indubbiamente mezzi importanti, ma nè per emissione nè per dizione le si addice il repertorio italiano, come confermato dall'aria de La Wally, e perfino nel repertorio russo (aria di Lisa da La dama di picche) il suo canto era più di una volta calante e l'acuto stiracchiato. Carles Pachón è stato, a parte, premiato dal pubblico come miglior cantante. Simpatico e disinvolto, canta bene, ma penso che l'acuto abbia una tendenza a perdere colore e volume (aria di Riccardo da I puritani), e anche qualche portamento, come in 'Largo al factotum'; dovrebbero metterlo in guardia. Il pubblico premiava anche come miglior cantante il soprano del Guatemala Adriana González, secondo premio della giuria, la più completa tra le voci femminili sebbene il timbro risulti poco brillante, particolarmente nella celebre aria dalla Rusalka, cantata comunque molto bene, per dimostrare poi la sua grande affinità con il repertorio e la lingua francese nell'interpretazione dell'aria di Micaela dalla Carmen. Primo premio era il tenore ceco Petr Nekoranec, una voce davvero angelicale (forse un po' troppo), che eseguiva alla perfezione l'aria difficilissima di Nadir da I pescatori di perle (ma perchè accompagnato solo dal pianoforte?), per poi dare una buona ma non eccezionale interpretazione, mancavano infatti un po' di spessore e passione le frasi centrali, di ‘Una furtiva lagrima', e anche, per finire, una buona esecuzione dell'aria di nove do ('Ah, mes amis', sorprendentemente tornata di moda) da La fille du régiment. Personalmente lamento l'esclusione totale di due voci baritonali molto diverse ma che avrebbero forse meritato che si attirasse l'attenzione su di loro: il polacco Lukasz Hajduczenia nella categoria oratorio-Lied e il russo Petr Sokolov per l'opera in generale e la musica del suo paese in particolare.

Jorge Binaghi

1/2/2017

La foto del servizio è di Antonio Bofill.