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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Violetta Egorova al Teatro Brancati di Catania per la Camerata Polifonica Siciliana

Una lezione di alto pianismo

Talvolta titoli e programmi da concerto fanno sperare esibizioni di alta caratura artistica che sovente non mantengono le promesse fatte e inevitabilmente si rivelano poi delle amare delusioni, ma questo non è certo il caso dello spettacolo proposto dalla Camerata Polifonica Siciliana, diretta dal maestro Giovanni Ferrauto e presieduta dal prof. Aldo Mattina, che al Teatro Brancati di Catania ha offerto venerdì 3 marzo al pubblico etneo un esaltante concerto intitolato Il pianoforte virtuosistico e sentimentale nella Russia di fine Ottocento, nel quale venivano interpretati gli spartiti di celebri autori russi del XIX secolo. Alla tastiera la pianista russa Violetta Egorova, che ha letteralmente mandato in visibilio il pubblico presente nel parterre.

Il programma prevedeva Sergej Rachmaninov: Cinq morceaux de fantasie op. 3 Élegie, Prélude (Le campane di Mosca), Mélodie, Polichinelle, Sérénade; Pëtr Il'ic Cajkovskij Thème et Variations op. 19 n. 6 e Doumka op. 59; Michail Glinka: Notturno in Fa minore “La separazione", L'alouette e Le rossignol, e infine di Milij Balakirev Islamey fantaisie orientale.

L'eccellente e talentuosa pianista ha eseguito ogni brano con una cura e con una consapevolezza sicuramente da manuale. La sua tecnica salda e agguerrita, mai fine a se stessa, è stata messa al servizio di una musicalità superiore, di una sensibilità profonda, di una fedeltà agogica e dinamica ai pezzi di assoluta eleganza e correttezza. Ogni scala, ogni arpeggio, ogni abbellimento, ogni doppia terza o doppia sesta, ogni ottava, piena o spezzata che fosse, è stata eseguita con nitore cristallino e singolare pulizia sonora.

Abbiamo ascoltato un'artista di razza che è riuscita ad emozionarci perfino con i suoi raffinati glissati perlati ed iridescenti. Raramente si sentono pianisti del genere nelle sale da concerto, pianisti nei quali la padronanza della tastiera, l'abilità e l'agilità sono le “umili ancelle” al servizio totale dell'interpretazione, intesa nel suo livello superiore di ri-creazione, ri-produzione, reinvenzione del messaggio originario del compositore; tale che l'esegeta riesce quasi a riaccendere linfa vitale nelle musiche del passato, al punto da farle risorgere, riaffiorare e perfino sbalzare con note e pause vive e vitali dai pentagrammi fissati sulla carta.

La prestazione spettacolare e stupefacente di Violetta Egorova ha emozionato il pubblico presente al Brancati al punto che le sono stati richiesti ben tre bis, nell'ordine: Valzer di Rachmaninov, Danza Russa dal balletto Lo schiaccianoci di Cajkovskij e Carillon di Anatolij Liadov, che l'estrosa ed originale interprete ha eseguito con la sua incomparabile nonchalance e la sua inimitabile sprezzatura.

Giovanni Pasqualino

4/3/2017

La foto del servizio è di Gattopino.