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L'ultima nota di violino

di Natasha Korsakova

La casa editrice Piemme ha pubblicato da qualche settimana il romanzo di Natasha Korsakova dal titolo L'ultima nota del violino, un'avvincente detective-story che si svolge a Roma e che vede come protagonisti il commissario Dionisio Di Bernardo e la sua squadra, alle prese con l'oscuro e cruento delitto della potente e nota agente musicale Cornelia Gardini. Dietro l'omicidio si intrecciano e si intersecano invidie e rancori, diffidenze e gelosie, gioie e tormenti antichi e recenti che ruotano attorno all'assassinio di una donna ricca, celebre, influente e volitiva che domina senza tanti scrupoli nell'ambiente artistico italiano ed europeo. Una donna che riesce a imporre giovani talenti da un lato e a demolirne di più vecchi dall'altro, una personalità intrigante e senza scrupoli che riesce a turbare spesso equilibri assestati e a distruggere, senza alcuno scrupolo, fulgide esistenze di giovani artisti avviati verso il successo.

All'omicidio di Cornelia Gardini seguirà l'aggressione bestiale della sua giovane nipote, anch'essa valente e giovane promessa del concertismo internazionale. La cupa vicenda si intreccia anche con la storia di alcuni preziosi violini, due Stradivari e un Vuillaume, che sembrano scomparire e riapparire nel corso nei decenni, quasi come tracce umane sulla sabbia di una battigia che subito dopo l'acqua cancella senza lasciare più alcuna traccia.

La peculiarità strutturale del libro è quella di sviluppare la narrazione su vari piani narrativi che come un brano polifonico si intrecciano, si intersecano e si integrano l'uno con l'atro, pur rimanendo ciascuno autonomo e autosufficiente rispetto agli altri. In primis si evidenzia una narrazione su vari piani temporali, il passato, che vede prima Antonio Stradivari e poi i suoi figli e vari altri interessanti personaggi chiave che ruotano attorno all'interpretazione violinistica, al collezionismo violinistico e alla storia dell'arte violinistica quali Cozio di Salabue, Luigi Tarisio, Jean Baptiste Vuillaume, Camillo Sivori, Francesco Sfilio e il presente contemporaneo sul quale convergono e si vengono a coagulare le conseguenze di manovre, macchinazioni e occultamenti di strumenti pregiati e di azioni più o meno fosche e ambigue.

In secondo luogo è da evidenziare il tocco originale della struttura narrativa, cioè quello di aggiungere al doppio piano temporale un doppio piano esistenziale per il quale la narrazione della vicenda si alterna anche con le considerazioni soggettive dell'omicida, che si manifestano quasi come una voce recitante, attraverso la quale il killer rivela le sue motivazioni e rivendica le sua azioni sanguinose con una lucidità fredda, gelida e caparbia, che trova le sue spiegazioni (paranoiche?) in antichi odi e in remoti rancori tenuti malamente a freno e celati fin dalla prima giovinezza. Naturalmente l'identità dell'omicida non viene svelata e non affiora, né si riesce a dedurla da queste spontanee e non richieste confessioni.

La figura del commissario Dionisio Di Bernardo viene tratteggiata dalla valente scrittrice in modo nitido e terso, offrendosi in una tipologia umana quando mai simpatica e attraente, una figura di uomo semplice, paziente, comprensivo, sempre collaborativo e tollerante verso i suoi colleghi e verso il proprio figlio adolescente, con il quale ha uno splendido rapporto. E sarà proprio il suo paziente intuito a districare l'intricata matassa imbastita con meticolosa perizia dall'assassino. Natasha Korsakova con questo suo primo romanzo ci ha regalato un giallo denso, intenso e affascinante, un giallo che non annoia mai il lettore ma che si rivela a ogni pagina sempre più avvincente e coinvolgente, riuscendo a costruire una trama perturbante e misteriosa, una trama che trova come suggestivo background un rigido inverno romano con le azioni che si spostano, con delle sequenze quasi filmiche, dal quartiere Parioli al Lungotevere, da Villa Ada a Monteverde, da largo di Torre Argentina all'Altare delle Patria, da piazza di Spagna a piazza Barberini.

Dobbiamo evidenziare che L'ultima nota di Violino è stato già edito in Germania, dove ha riscontrato notevole consenso di critica e di pubblico, con il titolo Tödliche Sonate. Ein Fall Für Commissario Di Bernardo, e che la traduzione in italiano è stata realizzata con perizia e scrupolosità da Giulia Cervo, che ha mantenuto dell'autrice lo stile linguistico fluido, scorrevole e levigato. L'edizione in lingua italiana si presenta invero in una veste tipografica raffinata ed elegante che la rende oltremodo gradevole e simpatica anche da un punto di vista estetico.

Ricordiamo ai nostri lettori che Natascha Korsakova, oltre ad essere un'abile narratrice, è anche un'affermata violinista che si esibisce con successo in tutte le sale da concerto del mondo e che è stata nominata “Artista dell'anno” in Cile e in Italia, suonando anche per Papa Benedetto XVI in Vaticano. Auspichiamo che questa prima suggestiva e seducente avventura del Commissario Di Bernardo sia l'incipit di una lunga serie di altri romanzi gialli che riescano a rapire e catturare la nostra attenzione e il nostro entusiasmo così come è stato per L'ultima nota di violino .

Giovanni Pasqualino

17/5/2021

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'ultima nota di violino di Natasha Korsakova

La casa editrice Piemme ha pubblicato da qualche settimana il romanzo di Natasha Korsakova dal titolo L'ultima nota del violino , un'avvincente detective-story che si svolge a Roma e che vede come protagonisti il commissario Dionisio Di Bernardo e la sua squadra alle prese con l'oscuro e cruento delitto del potente e noto agente musicale Cornelia Gardini. Dietro l'omicidio si intrecciano e si intersecano invidie e rancori, diffidenze e gelosie, gioie e tormenti antichi e recenti che ruotano attorno all'assassinio di una donna ricca, celebre, influente e volitiva che domina senza tanti scrupoli nell'ambiente artistico italiano ed europeo. Una donna che riesce a imporre giovani talenti da un lato e a demolirne di più vecchi dall'altro, una personalità intrigante e senza scrupoli che riesce a turbare spesso equilibri assestati e a distruggere, senza alcuno scrupolo, fulgide esistenze di giovani artisti avviati verso il successo.

All'omicidio di Cornelia Gardini seguirà l'aggressione bestiale della sua giovane nipote, anch'essa valente e giovane promessa del concertismo internazionale. La cupa vicenda si intreccia anche con la storia di alcuni preziosi violini, due Stradivari e un Vuillaume, che sembrano scomparire e riapparire nel corso nei decenni, quasi come tracce umane sulla sabbia di una battigia che subito dopo l'acqua cancella senza lasciare più alcuna traccia.

La peculiarità strutturale del libro è quella di sviluppare la narrazione su vari piani narrativi che come un brano polifonico si intrecciano, si intersecano e si integrano l'uno con l'atro, pur rimanendo ciascuno autonomo e autosufficiente rispetto agli altri. In primis si evidenzia una narrazione su vari piani temporali, il passato, che vede prima Antonio Stradivari e poi i suoi figli e vari altri interessanti personaggi chiave che ruotano attorno all'interpretazione violinistica, al collezionismo violinistico e alla storia dell'arte violinistica quali Cozio di Salabue, Luigi Tarisio, Jean Baptiste Vuillaume, Camillo Sivori, Francesco Sfilio e il presente contemporaneo sul quale convergono si vengono a coagulare le conseguenze di manovre, macchinazioni e occultamenti di strumenti pregiati e di azioni più o meno fosche e ambigue.

In secondo luogo è da evidenziare il tocco originale della struttura narrativa, cioè quello di aggiungere al doppio piano temporale un doppio piano esistenziale per il quale la narrazione della vicenda si alterna anche con le considerazioni soggettive dell'omicida, che si manifestano quasi come una voce recitante , attraverso la quale il killer rivela le sue motivazioni e rivendica le sua azioni sanguinose con una lucidità fredda, gelida e caparbia, che trova le sue spiegazioni (paranoiche?) in antichi odi e in remoti rancori tenuti malamente a freno e celati fin dalla prima giovinezza. Naturalmente l'identità dell'omicida non viene svelata e non affiora, né si riesce a dedurla da queste spontanee e non richieste confessioni.

La figura del commissario Dionisio Di Bernardo viene tratteggiata dalla valente scrittrice in modo nitido e terso, offrendosi in una tipologia umana quando mai simpatica e attraente, una figura di uomo semplice, paziente, comprensivo, sempre collaborativo e tollerante verso i suoi colleghi e verso il proprio figlio adolescente, con il quale ha uno splendido rapporto. E sarà proprio il suo paziente intuito a districare l'intricata matassa imbastita con meticolosa perizia dall'assassino. Natasha Korsakova con questo suo primo romanzo ci ha regalato un giallo denso, intenso e affascinante, un giallo che non annoia mai il lettore ma che si rivela a ogni pagina sempre più avvincente e coinvolgente, riuscendo a costruire una trama perturbante e misteriosa, una trama che trova come suggestivo background un rigido inverno romano con le azioni che si spostano, con delle sequenze quasi filmiche, dal quartiere Parioli al Lungotevere, da Villa Ada a Monteverde, da largo di Torre Argentina all'Altare delle Patria, da piazza di Spagna a piazza Barberini.

Dobbiamo evidenziare che L'ultima nota di Violino è stato già edito in Germania, dove ha riscontrato notevole consenso di critica e di pubblico, con il titolo Tödliche Sonate. Ein Fall Für Commissario Di Bernardo , e che la traduzione in italiano è stata realizzata con perizia e scrupolosità da Giulia Cervo, che ha mantenuto dell'autrice lo stile linguistico fluido, scorrevole e levigato. L'edizione in lingua italiana si presenta invero in una veste tipografica raffinata ed elegante che la rende oltremodo gradevole e simpatica anche da un punto di vista estetico.

Ricordiamo ai nostri lettori che Natascha Korsakova, oltre ad essere un'abile narratrice, è anche un'affermata violinista che si esibisce con successo in tutte le sale da concerto del mondo e che è stata nominata “Artista dell'anno” in Cile e in Italia, suonando anche per Papa Benedetto XVI in Vaticano. Auspichiamo che questa prima suggestiva e seducente avventura del Commissario Di Bernardo sia l'incipit di una lunga serie di altri romanzi gialli che riescano a rapire e catturare la nostra attenzione e il nostro entusiasmo così come è stato per L'ultima nota di violino .

Giovanni Pasqualino