RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Andrea Caporale riscoperto

Tracciare le coordinate di un'epoca tanto complessa come quella che è stata definita barocca significa non solo occuparsi delle personalità più eminenti, che hanno contribuito in maniera decisiva a edificarne la storia più nota, ma anche indagare i recessi, trarre dall'ombra figure che rischiano di sbiadire nella distanza del tempo. Ecco allora emergere l'immagine di Andrea Caporale, violoncellista di formazione napoletana, attivo per circa dieci anni a Londra nell'orchestra di Händel, il quale gli dedicò pezzi pregevoli come le due arie per violoncello obbligato dall'Alexander's Feast. Della sua vicenda biografica sappiamo ben poco, mentre delle sue doti di espressività è attendibile testimone Charles Burney.

Nel recuperare questa figura poco conosciuta, il musicologo e direttore dell'Ensemble Romabarocca Lorenzo Tozzi sceglie di accostarla proprio al compositore di Halle, quasi per restituire un'immagine della Londra del tempo, città cosmopolita e intrisa di occasioni musicali. Ecco allora una registrazione, edita dalla Brilliant, nella quale le sei Sonate di Caporale, parte di una più ampia raccolta che comprende altrettante opere di J.E. Gaillard e che reca la dedica al Principe di Galles, contrappuntano brani vocali tratti dall'ampio catalogo haendeliano. Tutte le Sonate seguono una struttura in tre movimenti, con un Adagio iniziale e un tempo conclusivo che sovente assume le sembianze del Cantabile. Una scrittura gradevole, che pone in evidenza lo strumento solista senza relegare il basso continuo al semplice ruolo di accompagnamento, caratterizza la raccolta. Riguardo i pezzi a firma di Händel, degna di nota l'aria “Due bell'alme innamorate” per violoncello obbligato dalla Deidamia, scritta espressamente per le capacità di Caporale. Dal clavicembalo, Tozzi modella un'esecuzione nitida e perfettamente calibrata negli equilibri strumentali e dialogici. Il violoncello di Renato Criscuolo ha modo di farsi valere in particolare nei movimenti lenti, approcciati con affabile cantabilità, mentre il controtenore Angelo Bonazzoli affronta le arie con apprezzabili stile e musicalità. Preziosi i due brevi saggi contenuti nel booklet e firmati dal direttore e dal violoncello solista, per orientarsi meglio in una vicenda non a tutti nota. Merito di chi fa ancora ricerca musicale in modo appassionato aver sottratto queste musiche dall'oblio nel quale rischiavano di scomparire.

Riccardo Cenci

3/12/2019