RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 

 

Hirofumi Yoshida e Francesco Di Rosa

al Teatro Bellini di Catania

Un programma sicuramente poco coerente e poco organico, almeno sulla carta, quello offerto dal nostro teatro Bellini di Catania venerdì 24 gennaio (replica 25), in quanto prevedeva Prometheus, poema sinfonico n. 5. S. 99 di Franz Liszt, il Concerto per oboe e orchestra in re maggiore di Frigyes Hidas e la Sinfonia n. 4 in do maggiore op. 112 di Sergej Prokof'ev. Nonostante il primo brano sia stato sostituito con l'Ouverture del balletto Le creature di Prometeo op. 43 di Ludwig van Beethoven, la poca coesione e sistematicità del programma permaneva inesorabilmente, ma di contro non possiamo non ammettere che essa è stata ampiamente riscattata da brani che, seppur slegati e non connessi in alcun modo fra loro, si sono rivelati quanto mai pregevoli e gradevoli.

Il Concerto per oboe del compositore ungherese Hidas si può sicuramente considerare in un certo senso la sua tesi di laurea, tesi con la quale superò con successo l'esame finale di composizione all'Accademia Franz Liszt di Budapest, dove si diplomò nel 1952. Tale concerto viene oggi considerato come una delle partiture fra le più impegnative per ogni oboista che si rispetti e tale assunto è stato comprovato molto efficacemente da Francesco Di Rosa, che è riuscito a darne un'interpretazione quanto mai seducente e suggestiva. L'eccellente strumentista, che ricopre attualmente il ruolo di primo oboe solista presso l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, ha offerto al pubblico etneo una traduzione sicuramente piena di effusioni liriche ed elegiache alla quale non erano neanche estranee sicura padronanza tecnica e dominio pieno delle capacità dinamico-espressive dello strumento. Specialmente nel secondo movimento (Andante) Di Rosa ha fatto scaturire dal suo oboe un getto sonoro denso, caldo e morbido espletato attraverso un fraseggio di singolare smalto e nitore. Ai reiterati e infiammati consensi del pubblico l'artista ha risposto con una soave e tenera ma non sdolcinata interpretazione della colonna sonora del film Mission di Ennio Morricone.

Il direttore d'orchestra, Hirofumi Yoshida, attualmente professore al Toho College of Music in Giappone, ha condotto con grinta ed estroversa fantasia l'orchestra del nostro teatro, prima fra i meandri di un corrucciato ma nello stesso tempo grandioso e magnanimo Beethoven giovanile (non ancora colpito da pesante sordità) palesato a pieno con l' Ouverture del balletto Le creature di Prometeo, breve brano (6 minuti circa) parecchio brillante per la compulsiva e dinamica vena ritmica nel primo tempo. Nel secondo tempo il rutilante e vigoroso conduttore nipponico si è letteralmente slanciato sulla Sinfonia n. 4 di Prokof'ev, della quale la seconda stesura (quella proposta) risulta posteriore e molto più elaborata della prima, con l'aggiunta di un clarinetto, una tromba, un pianoforte, un'arpa e alcune percussioni non presenti nella prima stesura. Inoltre la prima versione traeva buona parte del suo materiale da una composizione teatrale del compositore, cioè il balletto Il figliol prodigo nel 1919 per i Ballets Russes di Diaghlilev, che nella rielaborazione verrà ulteriormente dilatato e rielaborato.

La magnifica pagina, seppur tacciata in un primo tempo di formalismo in Unione Sovietica, si evidenzia per il suo andamento complessivo gioioso e ottimista, andamento manifestato in pieno dal finale, che smussato e levigato dalle asprezze armoniche della prima stesura, viene fornito di una conclusione allegra, trionfale e sfarzosa, in linea con le direttive estetiche del realismo socialista.

L'energico Hirofumi Yoshida ha saputo cogliere le forze positive sgorganti dalla pagina, trascinando la nostra valida ed efficace orchestra in un percorso fonico dove le difficoltà tecniche si innestavano felicemente in un turbinoso e tellurico andamento ritmico di elevata grinta, ferma risolutezza e salda determinazione.

Giovanni Pasqualino

25/1/2020

La foto del servizio è di Giacomo Orlando.