RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

A Donizetti basta una zeta sola

Fulvio Stefano Lo Presti non ha certo bisogno di presentazioni nel mondo della critica musicale e della musicologia in quanto svolge oramai da decenni la mansione di membro del Comitato direttivo della prestigiosa Donizetti Society di Londra nonché di collaboratore della Fondazione Donizetti di Bergamo. Inoltre fra i suoi non pochi meriti culturali va anche ascritta la cura dell'edizione italiana di Donizetti and his Operas di William Ashbrook (Torino 1986 e 1987).

Il volume A Donizetti basta una zeta sola, pubblicato da qualche mese per le edizioni Kolbe, raccoglie un florilegio di saggi (molti dei quali già pubblicati come programmi di sala in importanti teatri d'opera di tutta Italia) attraverso cui lo studioso catanese si propone il compito, non certo facile né agevole, di gettare luce non solo sulla produzione artistica del grande bergamasco ma anche sulla sua biografia, sulla sua concezione estetica, sopra i suoi rapporti con i compositori a lui contemporanei, sulle sue ansie, sui suoi successi, sui conflittuali rapporti con impresari, cantanti ed editori di musica.

Già dal titolo l'autore sembra volere porre l'accuratezza terminologica e la precisone storica come assunti essenziali e irrinunciabili delle sue ricerche. Infatti in esso si avverte l'eco remoto e lontano, anche se allusivo e implicitamente critico, del troppo dolciastro, romantico e ben poco attendibile film Il cavaliere del sogno del 1946 di Camillo Mastrocinque, nel quale Amedeo Nazzari nel ruolo del musicista preciserà in una sequenza con determinato orgoglio personale, linguistico e grammaticale a proposito del suo cognome: “Donizetti, con una zeta sola”.

A tale rivendicazione nominalistica sembra fare da pendant l'orgoglio di Fulvio Stefano Lo Presti che nei suoi studi riesce a contestare e contrastare molti luoghi comuni e “leggende” non solo riguardo Gaetano Donizetti ma anche riguardo altri grandi musicisti, i loro epistolari, i loro rapporti interpersonali e la loro produzione artistica. In totale dieci saggi che come tanti grimaldelli aprono porte, ripostigli e anfratti poco indagati della storia della musica, offrendo inaspettate soluzioni a enigmi oscuri e poco indagati.

Spiccano in particolare L'Ange de Nisida: Sylvia prima di Léonor e L'Ange de Nisida. Libretto inedito fino al 2002, due studi dedicati all'opera L'Ange de Nisida, la cui partitura il grande bergamasco fece confluire in buona parte nella successiva Favorite (la lunga e complicata ricostruzione della partitura è stata realizzata dalla musicologa calabrese Candida Billie Mantica). Ricordiamo che la prima assoluta dell'Ange de Nisida è andata in scena alla Royal Opera House Covent Garden di Londra il 18 luglio 2018 con replica il 21 luglio mentre la registrazione è stata realizzata da Opera Rara.

Il libro si avvale di una disinvolta e brillante presentazione di Mario Villani che riesce in modo sintetico ed essenziale a dare subito al lettore le coordinate rilevanti e significative dei saggi: «L'argomento trattato è veramente stimolante e propedeutico ad ulteriori approfondimenti ma, se affidato a mani meno esperte, potrebbe risolversi in una “barbosa” elencazione di titoli e date. Al contrario Fulvio Stefano Lo Presti si rivela una miniera di informazioni precise e di dettagli stimolanti …non estrapola la musica donizettiana dal suo reale contesto, ma la rende oggetto di una partecipata, affettuosa ed obiettiva analisi storico-scientifica… Nei saggi che seguono è offerto al lettore un esempio significativo di cultura multidisciplinare, di notevole spessore musicologico e di sano ed affettuoso ardore donizettiano”.

Il testo, presentato in un'elegante veste tipografica, è anche arricchito da un vastissimo materiale iconografico che ne potenzia interesse e valore.

Giovanni Pasqualino

2/10/2018