RECENSIONI
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Barcellona

Concerti di Canto e una prima di Haendel

La prima opera della stagione in forma scenica è arrivata, dopo due concerti di grande successo di Jaroussky e della Gruberova (quest'ultimo in forma di festoso tripudio osannante), nei quali purtroppo non tutto era oro colato e sia giovinezza che veterania evidenziavano alcuni problemi (non certo lo splendido insieme che, diretto da Andrea Marcon accompagnava il controtenore francese). Il titolo era nientemeno che l' Agrippina di Haendel per la prima volta (!) a Barcellona nella produzione già vista a Bruxelles e a Parigi. Una divertente e azzeccata – ma parecchio unidimensionale – ricreazione degli intrighi dei potenti di ogni epoca dovuta a David McVicar e stupendamente concertata dall'attenta bacchetta di Harry Bicket (insostituibile al Liceu per questo repertorio) con una compagine ridotta formata dagli orchestrali del Teatro, molto efficace; altro che specialisti di suono ‘dell'epoca', anche se va lodato Jory Vinikour al cembalo.

L'insieme dei cantanti era equilibrato pur se non sempre il massimo possibile per ogni parte. Per volume e bellezza di timbro spiccava fra tutti il basso Franz-Josef Selig nei panni di Claudio: la sua frequentazione del repertorio tedesco – soprattutto quello di Wagner – non gli ha impedito di dimostrare la sua flessibilità vocale e il suo senso dell'umore scenico. Faceva un po' difetto l'italiano. Forse per questo motivo sembravano più ‘rotonde' le interpretazioni dei due mezzosoprani: la protagonista di Sarah Connolly, sempre una garanzia di stile e buon canto, e Malena Ernman, un Nerone di riferimento forse un po' più nevrotico e impazzito di quello di anni fa ma che evidenziava notevoli progressi nell'aspetto puramente musicale.

Danielle de Niese è molto graziosa e civettuola e canta bene, senza avere una voce particolarmente bella o importante, ma se qualcuno è stato l'esatto esempio di ‘unidimensionalità' in tutti i fronti, è stata proprio questa Poppea ‘teenager' e più vicina alle future Serpine e Despine che a una dama dell'aristocrazia.

David Daniels è sempre un esempio di stile e tecnica ma la voce di questo celebre controtenore non si trova più nel momento migliore, ed il suo Ottone non sfavillava neanche dal punto di vista scenico come sarebbe stato lecito aspettarsi da lui. Mediocre il Pallante di Harry Waddington (voce opaca), insopportabile il Narciso de Dominique Visse (esagerato come interprete e improponibile come cantante) e molto interessante nel breve (ma qui molto attivo) ruolo di Lesbo Enric Martínez-Castignani. Teatro pieno anche se non stracolmo e bella accoglienza per tutti.

Jorge Binaghi

21/11/2013

Le foto del servizio sono di Antonio Bofill.