Aida
all'Arena di Verona
La Fondazione Arena di Verona ha riproposto per il 93° Festival la produzione di Aida di Giuseppe Verdi, realizzata da Franco Zeffirelli nel 2002, dopo alcuni anni in cui erano allestiti due spettacoli differenti. Anche in questo caso, come in Don Giovanni, ci troviamo di fronte ad un ottimo impianto scenico, maestoso, imponente, costituito da una piramide girevole, e da alcune grandi scale laterali di formazione tubolare, mentre sulle gradinate sono collocate due grosse sfingi. Tale idea, poi riproposta in formato ridotto alla Scala nel 2006, ha solo il pregio di un effetto poster, poiché la regia è totalmente assente, entrate ed uscite a caso, senza un minimo di drammaturgia e talvolta di credibilità oltre ad aver occupato tutto il palcoscenico e non poter appunto svolgere una necessaria movimentazione, si pensi ai balletti e alla celebre marcia trionfale, entrambi soffocati in minuscolo rettangolo. Zeffirelli di suo ha l'abitudine di utilizzare numerosissime comparse, e anche questo penalizza la visione, tante ed inutili sono le persone in scena, in ogni momento dell'opera. Del resto non è cosa nuova per il regista fiorentino, più buon scenografo, le sue ultime realizzazioni hanno sempre rasentato il kitsch. Si ammirano invece i bellissimi costumi di Anna Anni, colorati, sfarzosi, e di gran pregio sartoriale. Fortunatamente è stato eliminato quasi completamente il personaggio Akmen inventato di sana pianta da Zeffirelli e che con Aida non c'entrava nulla. Per questo riallestimento abbiamo avuto invece la pregevole mano del coreografo Renato Zanella, e direttore del corpo di ballo della Fondazione Arena, che ha ideato delle nuove coreografie, frizzanti, innovative senza dimenticare l'estrazione esotica dell'opera, che fortunatamente andavano a sostituire quelle ormai soporifere di Maria Grazia Garofali. Altro pregio, l'esecuzione è suddivisa in due intervalli, anche se sarebbe ottimale con una sola pausa magari più lunga.
Direttore e maestro concertatore era il veronese Andrea Battistoni, il quale ha fornito un'ottima prova guidando con precisione in un'incisiva e vibrante lettura il complesso orchestrale. Rispetto al Ballo dello scorso anno è notevolmente migliorato, oppure con lo spartito di Aida trova una sua interpretazione di livello. L'Orchestra dell'Arena di Verona lo segue diligentemente e con buona precisione, nella quale il maestro trova anche lo spazio di piccole ma azzeccate rifiniture seppur nel contesto di uno spettacolo all'aperto, ma ancor più rilevante è come ha saputo realizzare le scene d'assieme con ottimi concertati e una pulizia di suono di grande fascino.
Protagonista assoluta di questa recita era l'Amneris di Anita Rachvelishvili, la quale si sta imponendo in questo repertorio con autorevolezza. Voce bellissima, piena, uniforme nei registri, sicura con un settore acuto ragguardevole, una zona centrale molto compatta e sensuale, trovando anche una particolare felice interpretazione con il personaggio.
Monica Zanettin è una corretta Aida, la quale riesce più sul piano interpretativo che vocale, trovandosi spesso non puntuale nel medio-grave e un acuto non particolarmente afferrato. Lo scorso anno nello stesso ruolo aveva sfoderato degli ottimi pianissimi, che quest'anno non si sono uditi.
Carlo Ventre è il tenore eroico che imposta la sua interpretazione sul tono muscolare, poiché una voce anche interessante non gli permette tecnicamente di fare altro. Il suo Radames è decoroso e con i tempi che corrono è già un positivo aspetto, senza pretendere particolari raffinatezze.
Leonardo Lopez Linares non lascia traccia nel ruolo di Amonasro, risolto con superficialità e poco carisma ma occorre riconoscere anche senza gravi danni. Carlo Colombara era un Ramfis molto sottotono, quasi parlante ed irriconoscibile. Presumo non fosse in serata, ma non si era fatto annunciare, oppure il caldo (38°) opprimente della serata abbia inciso in lui come forse per altri. Buona la prova di Carlo Cigni nel ruolo del Re, corretti il messaggero di Francesco Pittari e la sacerdotessa di Stella Zhang.
Il Coro, istruito da Salvo Sgrò, e il Corpo di Ballo dell'Arena di Verona hanno avuto un meritato successo. Anfiteatro ovviamente non esaurito ma con folto pubblico per una recita infrasettimanale, il quale ha decretato al termine un ottimo successo a tutta la compagnia.
Lukas Franceschini
20/7/2015
La foto del servizio è di Ennevi – Arena di Verona.
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