King Arthur
a Vicenza in Lirica
L'annuale manifestazione “Vicenza in Lirica” Visioni Barocche propone due opere di non frequente proposta: una di queste è King Arthur di Henry Purcell, eseguita in forma di concerto con parti recitate, e nel suo insieme questa performance ha avuto un esito sorprendente. King Arthur, o The British Worthy (Z. 628), è una semi-opera in cinque atti con musiche di Henry Purcell su libretto di John Dryden, la prima rappresentazione fu al Londra al Queen's Theatre Dorset Garden alla fine di maggio o agli inizi di giugno del 1691. La trama è basata sulle battaglie tra i britannici di Re Artù contro i Sassoni e in parte sulle leggende di Camelot, sviluppando una drammaturgia che include personaggi soprannaturali e riferimenti agli dei germanici dei Sassoni. Il racconto è incentrato sulle avventure di Arthur per recuperare la sua fidanzata, la principessa Emmeline di Cornovaglia, che è stata rapita dal suo acerrimo nemico, il re sassone Oswald di Kent. La peculiarità di King Arthur è la difficile classificazione, essendo sia opera drammatica sia Semi-opera, nella quale i personaggi principali non cantano, tranne i soprannaturali. I secondari cantano in loro vece ma solitamente come intrattenimento drammaturgico e diegetico. I protagonisti sono attori, poiché una grande quantità dell'opera consiste in un testo parlato. Questa era una pratica normale nell'opera inglese del XVII secolo e le musiche contenute sono tra le più liriche dell'autore.
La proposta che Vicenza in Lirica ha programmato è stata dunque una prelibata serata, innanzitutto perché il titolo è di rarissima messa in scena, secondo ma non secondario perché l'intero progetto è stato realizzato con “Crescere in Musica 2018” del Liceo Corradini di Thiene, il quale ha attivato dal 2007 un'iniziativa che promuove la pratica e l'esercizio della musica classica tra i giovani contribuendo a integrare la formazione culturale e musicale degli allievi coinvolgendoli dinamicamente nelle attività. I solisti erano gli elementi della classe di canto rinascimentale e barocco del Conservatorio “A. Pedrollo” di Vicenza, preparati da Gemma Bertagnolli. Le parti recitate erano interpretate dai solisti de “Il Colore del Grano”, gruppo teatrale composto da allievi ed ex-allievi del Liceo Corradini, con la regia di Matteo Faccin, il quale ha creato un'ipotetica funzionale semiscenica, mentre le parti musicali erano eseguite in forma di concerto ma con qualche valido accenno teatrale.
Proprio la parte recitata, pur valendosi dei bravi attori Simone Dal Ponte e lo stesso Faccin (la parte femminile di Eleonora Monteleone era due passi indietro), era il punto debole della serata, perché la scelta drammaturgica era troppo articolata, e le sezioni teatrale-musicali non trovavano egregia simbiosi narrativa. Non mancava inoltre qualche caricatura di troppo dei tre personaggi, i quali trovavano un'efficace trasposizione in alcuni momenti e in particolare nel ruolo di Osmond, interpretato dallo stesso Faccin. Tuttavia se ne ammira l'intenzione, su un progetto non facile, e non si escludono progetti più mirati in futuro.
Sergio Gasparella, maestro concertatore e cembalista, è musicista di classe e indiscusso artefice della riuscita del concerto. Dalla selezione degli strumentisti, validissimi, alla concertazione che risulta sempre stilizzata e nitida, cui contribuiscono un rigore esecutivo di rara bellezza e un'espressione di forte incisività. Il Complesso “Crescere in Musica Baroque” è degno di note ultra positive poiché ha dimostrato una pienezza esecutiva sorprendente, nella quale la rarefatta coesione di suono è primaria, ma non secondari sono anche lo stile e l'affiatamento.
Tra i cantanti solisti, che componevano anche il coro, tutti egregiamente professionali e molto preparati, si metteva in luce Alberto Spadarotto (Grimbald/He/A sylvan/Aeolus) per una vocalità morbidissima accuratamente accompagnata da un gusto di accentazione e fraseggio mirabili. Claudia Graziadei (Cupid/A sheperdess/Honour) è una precisissima e raffinata interprete non mancando anche un tono civettuolo, mentre Alberto Peretti (Cold Genius/Pan) dimostra un grande stile e precisione vocale. Noaka Ohbayashi è un'ottima Venus/Philidel/A Siren, e Michele Fracasso (British Warrior/Camus) è un raffinato interprete con accurato accento. Rilevanti anche gli altri interpreti che hanno eseguito con grande stile le loro parti: Irene Brigitte (She/A Sheperdess/A nymph), Teodora Tommasi (A priestess/Nereid), Lucie Anna Oberhollenzer (A priestess), e Flavio Nardon (A Sheperd).
Doveroso menzionare ancora Gemma Bertagnolli, poiché non è solo valida preparatrice ma autorevole didatta considerato il risultato dell'esecuzione.
Il successo è stato unanime e convito da parte di un pubblico attento e molto coinvolto, ma oltre alla bravura dei singoli e alla riuscita dell'impresa non è secondario che il Teatro Olimpico fosse quasi esaurito in ogni ordine di posto per un titolo raffinato ma elitario.
Lukas Franceschini
20/9/2018
Le foto del servizio sono di Colorfoto Artigiana-Vicenza.
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