RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


Chopin e Brahms

protagonisti al Bellini di Catania

Composto nel 1829, ma pubblicato come Secondo Concerto per piano e orchestra op. 21 nel 1836 (il secondo in mi minore verrà composto l'anno successivo ma verrà pubblicato come Primo concerto op. 11 nel 1833), venne eseguito per la prima volta a Varsavia nella casa di Chopin il 3 marzo 1830 sotto la direzione di Kasimir Kurpinski ed il 17 marzo nel Teatro della capitale polacca. Sicuramente il concerto per piano e orchestra non è fra le creazioni più vibranti e profonde del musicista polacco, ma la bellezza dei due temi principali del primo movimento, lo splendido Larghetto con il delicato tema della prima parte ed il vigoroso recitativo del pianoforte nella seconda sostenuto dai tremoli minacciosi dell'orchestra, per concludere con il brillante Finale impostato sul ritmo della Krakowiak, infondono a tutta l'opera un sapore quanto mai fresco e seducente. Ed è proprio a questo sapore fresco e quasi salottiero si è adeguata l'interpretazione del pianista russo Roustem Saitkoulov sabato 7 giugno 2014 al Teatro Massimo Bellini di Catania, che se non è riuscito ad offrire un'esecuzione tecnicamente impeccabile dello spartito da un lato, dall'altro ha saputo coglierne tutte le sfumature agogiche e dinamiche, senza cedere mai a certi deteriori e dolciastri sdilinquimenti protoromantici. Alla fine del concerto il pubblico etneo ha tributato al valido pianista caldi e calorosi applausi, ai quali egli ha risposto con l'esecuzione di un Notturno dello stesso Chopin.

L'orchestra del nostro teatro è stata diretta con eleganza e accuratezza da Nikos Athineos che ha saputo imprimere a tutto il concerto un equilibrio ed una simmetria davvero rara. La sua versatile bacchetta si è manifestata in tutta la sua intelligente e sagace professionalità nel secondo tempo del concerto con l'esecuzione della Sinfonia n. 1 in Do minore op. 68 di Johannes Brahms. La possanza ritmica e strutturale della magnifica partitura del compositore amburghese è stata squadernata senza concedere nulla a certo compiacimento decadente e tardo-romantico che talvolta avvolge e affligge l'interpretazione della sua musica, che nulla chiede e nulla concede all'icasticità e alla descrittività della musica, ma tutto poggia sull'aspetto puramente asemantico e propriamente interno della sua dialettica armonico-timbrico-fonica, senza alcun riferimento estrinseco ad essa medesima, che non sia solo e solamente la musica stessa.

Giovanni Pasqualino

9/6/2014

Le foto del servizio sono di Giacomo Orlando.