RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Aura

una prima assoluta al teatro comunale Mario del Monaco

Al teatro Comunale “Mario Del Monaco” di Treviso un'altra prima assoluta, Aura, del compositore milanese Luca Mosca, il quale collabora sovente per il libretto con la moglie Pilar Garcia. Commissione di Teatri e Umanesimo Latino SpA. Il soggetto è originale e non ispirato a nessun testo ma frutto dell'inventiva della signora Pilar. Uno squarcio di vita "giovanile" di oggi, forse bohémienne, di una giovane coppia di innamorati, nella quale è lei ad aver carattere e ingegna una trappola per tirare fuori dai guai Paolo. Questi, infatti, si è indebitato con il pusher del quartiere, il quale a sua volta ha come mira Aura, la fidanzata. Sarà lei a offrirsi fisicamente a Kapu, il malavitoso, con un espediente di sostanza stupefacente che la renderà come morta per qualche ora. Attorno a questo dramma si svolgono anche le vicende degli altri coprotagonisti: le amiche di Aura, i due fidi "assistenti" di Kapu, un poeta in erba, e uno stuolo di ragazze briose che fanno da contorno con le loro piccole storie.

Sulla copertina del libretto di sala Aura è denominata opera comica in un atto (circa novanta minuti). Personalmente non riesco a capire cosa ci sia di comico in questo soggetto, che trovo molto interessante e attuale anche se non del tutto originale. I protagonisti, Aura, Paolo e Kapu sono ben tracciati, mi permetto di rilevare che il numeroso contorno di personaggi poteva essere sfoltito. Infatti, il libretto, non cosi raffinato come in altre occasioni, consente limitata drammaturgia a tutti senza mostrare personalità parallele ai protagonisti. Anche in quest'occasione, l'originalità di scrittura ripetitiva non aiuta una vicenda che se scolpita nei temi drammatici avrebbe sicuramente avuto più effetto.

La musica di Mosca è molto apprezzabile poiché adotta una soluzione senza archi prediligendo tastiere e chitarre elettriche. Non possiamo affermare che manchi di melodia, anzi le pagine solistiche riservate alla protagonista sono molto tipiche anche se drammatiche, ma nel suo insieme lo spartito contiene differenti aspetti che sovente si contrastano. Come affermato dall'autore, forse il comune denominatore è il colore, il quale è offerto dagli strumenti in chiave diversa, legni, percussioni e strumenti a fiato, rendendo il tutto molto incisivo e ritmico, ma rilevo anche in questo caso con nessun riferimento comico.

Il regista Alvise Zambon, ispirandosi a un progetto drammaturgico di Francesco Bellotto, ambienta la vicenda in una periferia di metropoli, una sorta di dismessa officina, forse oggi adibita a centro sociale. Perfettamente lineare con la vicenda di storie di quartiere, spaccio, malaffare, lavori saltuari, amicizie e amori giovanili. Calca un po' la mano sulla recitazione di alcuni stereotipi odierni e passati, ma lo fa sempre con gusto. Semmai avrebbe dovuto osare di più nella scena in cui Aura si concede al boss, il ricatto con tematica sessuale era gelido e sarebbe potuto essere rappresentato con più concitazione. Resta comunque uno spettacolo molto lineare, ben scolpito, drammaturgicamente efficace e godibile.

Molto apprezzabile l'esecuzione musicale guidata dalla bacchetta esperta e sicura di Giovanni Mancuso, il quale ha saputo realizzare una lettura incalzante districandosi con grande abilità nella difficile realizzazione di sonorità contrastanti. Molto brava l'orchestra del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, che anche in quest'occasione conferma professionalità abbinata a una duttile capacità esecutiva.

La compagnia di canto ha fornito un'ottima prova nel suo complesso. Emergono sia vocalmente sia scenicamente i due protagonisti, Fernanda Girardini e Dario Giorgelè, la prima sensuale interprete dotata di voce omogenea e ben amministrata, particolarmente brava nel suo intervento solistico; il baritono ha confermato doti non comuni in una resa teatrale eccelsa accomunata con varietà d'accento vocale di grande fascino.

Puntuale e sciatto quanto conviene il Paolo di Francesco Basso, ottimamente realizzata la coppia di assistenti del boss, Andrea Biscontin, Bisco, ed Elena De Simone, Ria, e prezioso l'intervento di Asako Watenabe nel ruolo di Asako. Tutti gli altri interpreti pur nei loro brevi momenti sono stati di ottima professionalità e ammirevole arte teatrale. Li cito in ordine di locandina: Erika Tanaka, Giulia, Kalliopi Petrou, Popi, Marijana Pantelic, Mira, Safà Korkmaz, Safà, Claudia Graziadei, Grazia, Federica Corrò, Fede, Valentina Corò, Vale, Serena Bozzo, Erba, Ludovica Marcuzzi, Ludo. È immaginabile che questi personaggi siano stati creati sugli stessi cantanti già in fase di struttura di libretto.

Alla prima assoluta il teatro pur registrando qualche vuoto nei palchi ha avuto un'ottima risposta di pubblico, considerando l'opera contemporanea. Buon successo con numerose chiamate al termine.

Lukas Franceschini

25/11/2016

La foto del servizio è di Puccini-Treviso.