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Innsbruck

La musica declinata al femminile

Sovente eclissate dalla predominanza maschile, le donne avevano un ruolo non secondario nella vita musicale delle corti rinascimentali. Si pensi al Concerto delle Donne che deliziava la corte ferrarese, fondato negli anni Ottanta del Cinquecento, del quale facevano parte Laura Peverara, Livia d'Arco e Anna Guarini, quest'ultima figlia del poeta Giovanni Battista. Musiciste preparate, virtuose del canto ma anche valide strumentiste, ampiamente elogiate nelle testimonianze coeve, in grado di ispirare i compositori del tempo. Vere professioniste della musica, pagate per i propri servigi e tenute in alta considerazione. Formazioni simili, ispirate dall'esempio ferrarese, si annoverano anche a Firenze, a Roma e in altri luoghi della penisola. Le Innsbrucker Festwochen der Alten Musik hanno voluto rendere omaggio a un capitolo troppo spesso eclissato della musica antica, ospitando un moderno Concerto delle Donne nella Sala Spagnola del castello di Ambras. Ensemble Between the Strings, neanche a dirlo, interamente al femminile, diretto da Margret Köll all'arpa, ad accompagnare le voci sopranili di Dorothee Mields e Barbara Zanichelli, accanto al mezzosoprano Marie-Claude Chappuis. Programma variegato, con madrigali di Caccini, Luzzaschi, Gesualdo, Monteverdi e Luigi Rossi, alternati a brani strumentali di Frescobaldi e altri ancora. Le innovazioni riguardo l'ornamentazione vocale introdotte dal Concerto delle Donne influenzarono numerosi compositori, fra i quali i già citati Gesualdo e Monteverdi, che composero brani appositamente per questa formazione. Esecuzione brillante e ricca di comunicatività, in grado di catturare l'entusiasmo del pubblico.

Sempre nella Sala Spagnola si è tenuto un concerto incentrato sul repertorio dedicato alla viola da gamba, protagonista l'ensemble Fretwork, a prevalenza femminile (anche se un imprevisto dell'ultimo momento ha costretto Emily Ashton a lasciare il posto al collega Jonathan Rees). Completavano la formazione Emilia Benjamin, Joanna Levine, Richard Boothby e Sam Stadlen. Repertorio interamente incentrato sulla produzione del Seicento britannico, con Henry Purcell, Matthew Locke (del quale ricorrono i 400 anni dalla nascita) e William Young a fare da padroni. Sintetizzando la tradizione inglese con gli influssi italiani, nelle Fantasie datate 1680 Purcell governa con maestria le trame contrappuntistiche attingendo vette di espressione. Brani di una bellezza unica nel panorama cameristico anglosassone. Minore apprezzamento ha ricevuto nel corso dei secoli Matthew Locke. Eppure il suo Consort of Fower Parts, composto da sei Suites (fra le quali abbiamo potuto ascoltare la terza e la quinta), è opera di rilievo che merita una riscoperta per l'originalità e la ricchezza di armonie inusitate. L'ensemble Fretwork dimostra un approccio idiomatico invidiabile nell'affrontare queste musiche, un'adesione immediata alla poetica del tempo. I cinque strumentisti si alternavano componendo formazioni sempre diverse, a seconda che il brano fosse per due, tre, quattro o cinque voci. Mutamenti che non avevano conseguenze sugli equilibri strumentali, dimostrando quanto i componenti del gruppo siano affiatati e usi a frequentare questo repertorio. Trame contrappuntistiche perfette, fraseggi accuratissimi davano vita a un'esecuzione di pregnante eleganza, non priva di una toccante sensibilità emotiva. Anche in questo caso il successo di pubblico, ampiamente meritato, è stato enorme.

Riccardo Cenci

23/8/2022

Le foto del servizio sono di Leo Binder.