L'Arlecchino di Natalino Balasso
porta in scena la lotta per la sopravvivenza
Giorno cinque dicembre, al teatro Valli di Reggio Emilia, è andata in scena con la regia di Valerio Binasco l'opera Arlecchino servitore di due padroni di Carlo Goldoni. Arlecchino, forse la più celebre e rappresentativa delle maschere della commedia dell'arte è una sorta di diavolo comico, uno zanni celebre per le sue astuzie e trovate capaci di garantirgli un certo benessere. L'Arlecchino che abbiamo avuto modo di vedere, interpretato da Natalino Balasso, è invece un personaggio assolutamente contemporaneo, che porta avanti con tutti i mezzi che ha a disposizione la strenua lotta per la sopravvivenza in una società dominata da forti tensioni e separazioni sociali. In un mondo in cui bisogna lottare per la sopravvivenza spicciola e l'unica preoccupazione immediata è sbarcare il lunario, assistiamo a un Arlecchino meno furbo e scaltro di quello che siamo soliti immaginarci ma assolutamente vivo, non più un personaggio da commedia dell'arte ma un individuo a tutto tondo con i suoi desideri, le sue paure e debolezze.
I personaggi di questa commedia, pur vestiti in maniera moderna, grazie anche all'uso di un dialetto veneziano assolutamente comprensibile data l'ottima dizione degli attori, riescono a trasmettere le emozioni che sono proprie anche del periodo in cui viviamo, come sempre dominato da interessi di natura materiale e capaci di scavalcare promesse, sentimenti e persone. Il gioco di luci diretto da Pasquale Mari e le musiche di Arturo Annecchino riescono ad armonizzarsi alla perfezione con la commedia, dandole un retrogusto amaro capace di far sorridere e far riflettere allo stesso tempo su tematiche universali
Le scene mobili curate da Guido Fiorato sono un fiore all'occhiello di questo spettacolo, con il loro essere dinamiche ed essenziali allo stesso tempo rendono il passaggio da una scena all'altra fluido e piacevole, soprattutto grazie all'uso di porte che, poste alla dovuta distanza, sono capaci di immergere negli ambienti proposti alla perfezione. Insieme a Balasso, hanno contribuito alla riuscita dello spettacolo tutti gli attori della compagnia, Fabrizio Contri, Marta Cortellazzo Wiel, Michele Di Mauro, Lucio De Francesco, Denis Fasolo, Elena Gigliotti, Gianmaria Martini, Elisabetta Mazzullo, Ivan Zerbinati. Una nota di merito va assegnata a tutti i personaggi femminili di quest'opera, in particolare a Beatrice che, pur all'interno di una commedia, esprime con pathos la ricerca, in parte tragica, di un affrancamento femminile da una società dominata dal sesso maschile.
La trasposizione dell'opera goldoniana è da considerarsi riuscita sotto tutti i punti di vista, le oltre due ore di spettacolo offerte trascorrono senza ombra di noia grazie alla consonanza di regia, scene, costumi e musica. Molti registi hanno talvolta l'audacia di rivisitare e trasporre in chiave fin troppo “modernizzante” opere distanti da noi ma certamente non è questo il caso, Valerio Binasco merita invece grande attenzione per l'equilibrio che è riuscito a creare.
Gli spettatori hanno accolto con piacere ed entusiasmo la pièce del Teatro Stabile di Torino e noi con loro ci auguriamo di vedere altri spettacoli di tale livello.
Antonio Pasqualino
8/12/2018
La foto del servizio è di Bepi Caroli.
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