RECENSIONI
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Adriano Banchieri, il Dissonante operoso

 

È u n ponderoso volume scritto a più mani, ove ogni studioso è intento a indagare la mente vivacissima di un monaco-musicista sempre in “contrappunto” con la sua diversa creatività di organista, compositore, trattatista, didatta, letterato (ambito quest'ultimo che lo vede particolarmente dedito all'uso del dialetto bolognese). Parliamo di Adriano Banchieri (Bologna 1568-1634), al secolo Tommaso, come autore conosciuto anche con altri singolari nomi d'invenzione come Camillo Scaligeri dalla Fratta e il Dissonante: l'ha indagato in particolare da Oscar Mischiati in un Profilo biografico e bibliografia delle opere (Annuario 1965-1970, Bologna, Conservatorio di Musica “G. B. Martini”, 1971) consistente in poche pagine di vita e ricco catalogo (tutto qui rivisto e ripubblicato). Il palcoscenico privilegiato ove poter svolgere le sue attività era Bologna “la dotta”, la città che, tra la seconda metà del XVI e il XVII secolo, già rappresentava un importante crocevia di cultura, arti e umanità. Il convento di San Michele in Bosco, dove don Adriano fondò l'Accademia dei Floridi (1615) era un autentico di cultura musicale, frequentato e visitato tra gli altri, nel 1620, da Claudio Monteverdi.

Prima di passare alla lettura (e quindi alla descrizione) del volume mi sono chiesto: era necessario scrivere su Banchieri visto che il suo nome, in ambito chiesastico bolognese, è ben collocato accanto ad altri musicisti come Girolamo Giacobbi, Francesco Passarini, Attilio Malachia Ariosti, Giambattista Martini, Stanislao Mattei, e per diverse ragioni è già conosciuto in ambito musicologico, in particolare nel mondo della coralità? La risposta naturalmente è stata positiva: già secondo Mischiati la sua «multiforme attività di compositore, teorico e letterato» non godeva ancora di un profondo giudizio critico «da parte di studiosi che dovrebbero essere ugualmente versatili nelle diverse discipline in cui operò l'autore»; inoltre la citata conoscenza in ambito corale è limitata a pochissimi brani; infine la bibliografia italiana mancava di un completo studio monografico, mentre quella tedesca consiste in un testo ormai sorpassato e quella francese in un testo recente ma molto sintetico. La pubblicazione, inoltre, era consigliata dal fatto che Banchieri è menzionato da compositori moderni come Luigi Nono (Il Contrappunto Dialettico alla Mente).

I numerosi autori che hanno collaborato alla nascita della monografia, «non pochi dei quali sono forze presenti o passate dal Conservatorio» (come dichiara Aurelio Zarrelli, direttore del Conservatorio), si sono disposti “dialetticamente” con il musicista cercando di avvicinarsi il più possibile alla sua eclettica personalità: l'auspicio è che la sua rinascita possa essere completata nel presente e proiettata in un futuro di edizioni critiche, concerti e registrazioni. Dal famoso Festino nella sera del giovedì grasso, con il suo Contraponto bestiale alla mente, traggo qualche parola di nuovo invito: «Nobili lettori leggerete hor hora ventiquattro contributi» ben distribuiti in tre sezioni. Ecco l'indice del libro, donde si possono evincere tutti i temi affrontati:

- Premessa di Jadranka Bentini (presidente del Conservatorio “G. B. Martini” e direttore del progetto); Premessa di Aurelio Zarrelli (direttore); Introduzione di Gabriele Giacomelli (docente).

1. Il Personaggio: Oscar Mischiati, Cenni di vita e d'opera; Piero Mioli, La satura di Banchieri e i Trastulli della villa; Paola Ciarlantini, Le Lettere armoniche; Romano Vettori, Banchieri pedagogo: le opere teorico-didattiche; Roberto De Caro, L'estetica dell'Asino; Stefano Rovinetti Brazzi, Il Discorso: una lode della lingua bolognese ; Francesco Tasini, Magistrale e “suonarino”: l'organo di Banchieri; Matteo Messori, Messe, concerti e “pensieri” ecclesiastici.

2. Commedie e Invenzioni Armoniche: Massimo Privitera, La pazzia senile; Gianmario Merizzi, Il studio dilettevole e Il metamorfosi musicale; Maria Chiara Mazzi e Andrea Parisini, Il Zabaione musicale; Gianmario Merizzi, Barca di Venezia per Padova; Diana D'Alessio, Virtuoso ridotto e Saviezza giovenile; Ilde Illuminati, Festino nella sera del giovedì grasso; Gianmario Merizzi, Vivezze di Flora e Primavera; Giuseppe Vecchi, Il virtuoso ritrovo accademico; Maria Chiara Mazzi e Andrea Parisini, Trattenimenti da villa.

3. Musica, Spettacolo, Società: Gianmario Merizzi, Enumerazione e tramutazione nelle commedie armoniche di Vecchi e Banchieri; Andrea Parisini, La figura di Orazio Vecchi e L'Amfiparnaso; Massimo Marino, Cronache e fantasie di Giulio Cesare Croce; Paolo Gozza, Amor tiranno, Un'accademia bolognese di metà Seicento; Gabriele Bonazzi, Storia, cronaca, cultura di città; Jadranka Bentini, Musiche dipinte e arie di paradiso; Giuseppe Vecchi, Le Accademie musicali dei Floridi e dei Filomusi.

- Explicit di Piero Mioli (ideatore e curatore della pubblicazione).

- Rubriche a cura di Gianmario Merizzi: Oscar Mischiati: Catalogo delle opere conosciute; Indice cronologico delle opere; Edizioni moderne; Bibliografia critica.

In tanto materiale, oltre ai ricchi articoli di carattere prettamente musicale, registro articoli assolutamente nuovi (e per questo anche molto estesi): per esempio quello sull'abbondante corrispondenza di Banchieri e quello sul dialetto o meglio sulla “lingua” bolognese. In coda segnalo anche che il volume è corredato da una serie di dipinti e disegni di Lionello Spada, di Domenico Zampieri detto Domenichino, Annibale e Ludovico Carracci e Guido Reni richiamanti scene musicali, diversi strumenti e in particolare il tema degli angeli musicanti: un'ormai barocca “maraviglia” per permettere di ascoltare con gli occhi.

 

Il Dissonante operoso. Adriano Banchieri, dotto e singolare musicista bolognese del Cinque-Seicento, a cura di Jadranka Bentini e Piero Mioli, Bologna, Pendragon, 2022, pp. 506.

Salvatore Dell'Atti

8/7/2024