RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 

 

BARCELLONA

IL CONCORSO DI CANTO VIÑAS 2021

Quest'anno anche il tradizionale concorso e le sue diverse fasi venivano sottomessi alle misure speciali dettate dalla pandemia. Così, l'attesa ceremonia d'inaugurazione con discorsi e concerto fu aperta a poche persone e ritrasmessa in ‘streaming'. Il concerto veniva affidato a tre premiati recenti, Iván Ayón, Carles Pachón, y Serena Sáenz accompagnati al pianoforte da Josep Buforn, per forza, tutto meno interessante di anteriori edizioni.

Di persona sono stato invece presente alle due fasi di prova semifinale, e questa volta gli iscritti non arrivavano a 500 e ovviamente alcuni non hanno avuto la possibilità materiale di presentarsi. Tra questi si sceglievano diciotto nomi che, come al solito, mi lasciano un po' perplesso, sia per alcuni degli ammessi sia per alcuni degli esclusi. Va bene anche così, i concorsi sono utili, molto talvolta, ma non decidono mai una carriera. Immagino che le cose sarebbero un po' diverse se ci fossero più cantanti e qualche accompagnatore e direttore d'orchestra in giuria. Vanno citati anche i bravi pianisti accompagnatori: Anna Creixell, Rodrigo de Vera e Stanislav Angelov.

Il pubblico poteva assistere alla prova finale e al concerto di chiusura, entrambi alla sala principale del Liceu; le altre al vicino Conservatorio del Teatro. In quest'ultimo, con l'orchestra del Teatro diretta da Alvaro Albiach (la compagine suonava bene e non c'erano sbavature nè problemi particolari con i cantanti, e perfino i momenti più lirici o lenti risultavano più che accettabili) si esibivano i sei premiati più altri quattro premi straordinari.

Il baritono César Méndez Silvagnoli cantava un'aria della zarzuela Los Gavilanes di Guerrero con mezzi apprezzabili sebbene il tutto risultassse piuttosto forte e monotono e qualche volta ingolato. Il basso Andrea Pellegrini brillava nell'aria della calunnia rossiniana, e dimostrava chiaramente di meritare uno dei grandi premi. Il mezzosoprano Deniz Uzun ci faceva sentire una buona ‘Habanera', forse non troppo sottile. Il tenore Katleho Mokhoabane migliorava l'impressione lasciata nella prova finale con una corretta versione dell'aria del ritratto da Il flauto magico (Mozart era probabilmente il musicista più frequente in quest'opportunità nel repertorio dei concorrenti). Il soprano Inna Demenkova, un lirico di bella voce ma di emissione troppo aperta in acuto, nonostante fosse stata anche premiata come interprete di opera russsa (dove si apprezzano meglio in questo momento le sue qualità), cantava un simpatico valzer di Musetta e, meno a posto, la grande aria di Elvira dal Don Giovanni , troppo centrale per lei.

Il tenore Chuan Wang presentava la cavatina di sortita di Lindoro ne L'Italiana in Algeri e l'ormai quasi inevitabile Ah, mes amis'da La fille du régiment. Canta bene ma il timbro è parecchio legnoso.

Dopo la consegna dei premi (molto più agile e breve quest'anno – speriamo che duri nei prossimi, ma i premiati dovrebbero mostrare i loro diplomi senza dare l'immagine di una sfilata di schedati in questura) si presentava il baritono Vasiliy Sokolov, eccellente musicista di buona voce con una riuscita versione dell'aria del Conte da Le nozze di Figaro, e un'ottimo arioso di Onegin. Il baritono Germán Enrique Alcántara ha voce stupenda, e in quest'occasione ci risparmiava il suo più che censurabile istrionismo (il volume con l'orchestra impressionava meno); bene nell'‘Eri tu' verdiano e soprattutto nella ‘Vision fugitive' dall' Hérodiade di Massenet. Il mezzosoprano Olga Syniakova metteva ancora una volta di rilievo la sua grande musicalità nell'aria delle lettere dal Werther e cantava anche molto bene, ma senza la dovuta sensualità nè i gravi, la grande scena di Dalila nel secondo atto dell'opera di Saint-Saëns. La superiorità attuale dell'insegnamento nel mondo ‘slavo' (evitiamo nazionalismi) penso che sia stata chiara. Chiudeva il concerto il mezzosoprano spagnolo Carmen Artaza, sorprendente primo premio, che cantava con un po'più di slancio e personalità due brani già ascoltati in prove anteriori: l'aria delle lacrime dal Werther, e Parto parto' da La clemenza di Tito. Così finiva un'edizione non proprio esaltante del Viñas.

Jorge Binaghi

2/2/2021

La foto del servizio è di Antonio Bofill.