RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

WIR SIND ALLE BERLINER

Il 9 novembre 1989, in una fredda sera continentale, una lunga fila di Trabant e una fitta folla di berlinesi si assiepavano alla stazione di frontiera di Bornholmer Strasse, dando inizio ad una delle notti che cambiarono la storia della Germania e del mondo intero.

Il 10 novembre 2019, a 30 anni e un giorno da quella data, al Teatro Comunale di Bologna va in scena la prima recita del Fidelio, un immortale inno alla libertà e alla speranza oltre che, come ci ricorda il direttore Asher Fish nella breve conferenza prima dello spettacolo, l'opera che attraverso la musica meglio rappresenta la nazione tedesca: un monumento dal punto di vista della complessità tecnica, il quale, una volta compreso e controllato, produce grande soddisfazione, innalzamento spirituale e orgoglio.

Se la coincidenza della data é una casualità, non lo é affatto la nostra scelta di citare la caduta del Muro, poiché il regista stesso, Georges Delnon, riconosce nel Fidelio una sorta di “archivio delle fasi di sconvolgimento della storia tedesca”, all'interno del quale sono compresi, ovviamente, i fatti del 1989. Egli sceglie di assecondare, amplificandolo, il carattere monumentale dell'opera, declinando l'atemporalità e la nobiltà dei concetti in essa contenuti per calarli in un'epoca precisa; l'interpretazione registica di quest'opera travagliata, figlia unica di un eroe musicale, appare qui decisa, drammaticamente lucida, straordinariamente accurata.

La creazione dell'atmosfera si compie lentamente, e conclusa l'ouverture – qui proposta nella seconda versione composta da Beethoven – viene proiettata sul sipario nero una frase di Heiner Müller, drammaturgo di Berlino Est che visse in prima persona la dissoluzione della DDR – Ho Fatto un sogno/Era un incubo/Mi sono svegliato e tutto era a posto – prologo scritto alla prima scena. In una prospettiva centrale, un'opprimente scatola/stanza dai controsoffitti ammuffiti, é ricostruito un ambiente che riunisce gli squallori delle sedi di partito, le sale d'attesa polverose e gli spazi comuni di un centro di riabilitazione; a fargli da contrappunto ci sono grandi vetrate disposte su due lati, dalle quali si staglia un luminoso e verdeggiante bosco. In questa sorta di capsula temporale, si rincorrono le eccellenze musicali: l'orchestra diretta dal Maestro Fisch é precisa e sontuosa nel delineare crescendo millimetrici e capace di regalare un'ariosità eccezionale, mentre i cantanti dimostrano doti tecniche all'altezza della complessità insita nell'opera. Christina Gansch é una Marzelline dai modi pacati, voce giovane, fresca e dotata di quella timidezza apparente che scompare nei passaggi in cui si richiedono potenza e colore; il carceriere Rocco é interpretato da Petri Lindroos, un padre forse un po' troppo giovane nella realizzazione del personaggio, ma sicuramente un'ottima voce, chiara nella dizione, vibrante e solida. Jaquino é Sascha Emanuel Kramer, bravo cantante non sempre supportato da eguali doti attoriali, mentre Erin Cave, Florestan, unisce buone capacità drammatiche ad una tecnica impeccabile, dove l'agilità tenorile quasi arriva per colore e pienezza a fondersi con la profondità timbrica propria di un baritono. Nicolò Donini, Don Fernando, sostiene una buona prova, riuscendo a sostenere con voce e carattere il personaggio. Il soprano Simone Schneider, voce carnosa, strutturata, potente, ci regala una Leonore di grandissima qualità, raggiungendo, anche grazie all'ottima regia, una dolcezza e un'umanità commovente nel duetto O namenlose Freude! Superbia, crudeltà, risolutezza perfida spettano invece alla controparte maschile, Don Pizarro, un Lucio Gallo straordinario nel canto e nell'interpretazione di un governatore con le sembianze di un dispotico dirigente di partito dal triste abito beige.

Poiché la descrizione dei dettagli scenografici e registici si é interrotta nelle righe precedenti per permettere la doverosa e indispensabile recensione dei musicisti, che nel complesso non abbiamo timore a definire davvero straordinari, vorremmo a questo punto approfondire alcuni aspetti che ci sono sembrati fondamentali nel bilancio complessivo della messinscena. Come l'eccezionale trovata del bosco già citata nelle righe precedenti, un brillante video ad opera dello studio fettFilm che risulta essere una sorta di termometro emotivo della musica: nel primo atto ad esempio, mentre Marzelline fantastica sull'amore, la veduta esterna comincia a spostarsi in una direzione, una carrellata che si insinua nelle fronde del bosco e dopo un lungo volo tra magnifici alberi arriva a terra, sorprendendo un cerbiatto che immobile, fissa il pubblico, regalandogli un'immagine di una semplicità ed un'intensità drammatica sconcertante. Oppure l'uso del video per creare l'incredibile realismo di un'alba, o un tramonto quando, sempre nel primo atto, i prigionieri vengono radunati e una luce calda e pervasiva, diventa un tutt'uno con la musica e i movimenti lenti della moltitudine penosa. Non solo ci é sembrato che questa soluzione tecnica fosse di eccellente fattura, ma è risultato anche evidente che a monte della progettazione, così come per le altre numerose trovate sceniche, vi sia stato un profondo ed accuratissimo lavoro di ricerca concettuale, partito da idee semplici e forti – come il Fidelio d'altronde – e sviluppato a stretto contatto con la regia e la direzione musicale. La ricchezza di senso e l'equilibrio di una straordinaria messinscena ne sono il risultato.

Oltre alla bellezza della musica, la bravura dei cantanti, il coinvolgimento emotivo, questa volta il piacere dello spettacolo aveva qualcosa in più, un particolare sentimento di soddisfazione che si prova di fronte alle cose ben fatte, concordi tra loro, che funzionano perfettamente come in una macchina di precisione. Se ci si sforza di sintetizzare il concetto in lingua italiana, vengono fuori quattro parole: opera d'arte totale. Il tedesco fa di meglio: Gesamtkunstwerk.

Giovanni Giacomelli

12/11/2019

Le foto del servizio sono di Andrea Ranzi-Studio Casaluci.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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