Sulle ali del Cigno
Enrico Castiglione inaugura l'undicesima edizione del Bellini Festival
Da sinistra: Filippo Micale, Gonca Dogan, Enrico Castiglione e Ruben Micieli.
Giunto ormai all'undicesima edizione, il "Bellini Festival", fondato proprio a Catania nel 2009 dal regista Enrico Castiglione, ha preso il via il 23 settembre, giorno anniversario della morte di Vincenzo Bellini, con una conferenza dal titolo Bellini: ieri, oggi e domani, tenutasi nella Sala Esedra del Teatro Romano di Catania, e si snoderà fino alla sera del 4 novembre con una serie di concerti dedicati sia alle musiche del Cigno che a quelle dei più importanti operisti italiani, senza trascurare un compositore particolarmente vicino a Bellini come Frédéric Chopin. Tra gli appuntamenti più importanti vanno senz'altro annoverati, oltre alla tradizionale commemorazione della nascita del compositore presso il Duomo di Catania, l'accattivante Bellini & Chopin e il Bellini World Opera Competition Final Concert, che vedrà l'esibizione dei finalisti dell'omonimo premio canoro: entrambe le manifestazioni si svolgeranno rispettivamente il 10 e il 31 ottobre presso la Chiesa Badia di Sant'Agata.
E sempre alla Chiesa Badia di Sant'Agata si è svolto il 25 settembre Bellini Principe del Belcanto, un concerto vocale, dedicato alla memoria di Antonella Lanza, che ha visto l'esibizione del soprano Gonca Dogan e del tenore Filippo Micale, accompagnati al pianoforte dal giovane pianista Ruben Micieli, vincitore del secondo premio al "Franz Liszt Piano Competition Weimar-Beyreuth" del 2018 e premio speciale per l'interpretazione della Sonata in si minore del compositore ungherese. A onor di cronaca, e a riprova del fiuto di Enrico Castiglione per gli autentici talenti, va ricordato che Ruben Micieli, appena diciassettenne, debuttò a Catania proprio in occasione della celebrazione belliniana tenutasi a Palazzo Biscari il 23 settembre 2015, riscuotendo già allora un entusiastico successo.
La performance, ricca e articolata, ha visto l'esecuzione sia di brani di musica sacra del Cigno, come Salve Regina, Tantum Ergo e Genitori, Pange Lingua, sia del Panis Angelicus di César Franck e dell'Agnus Dei di George Bizet, mentre le arie da camera di Bellini sono state degnamente rappresentate da Vaga Luna, da O Souvenir, l'ultima composizione belliniana e da La ricordanza, quest'ultima contenente già in nuce la celebre Oh, rendetemi la speme, cantata dalla protagonista Elvira ne I Puritani. E non sono mancate alcune delle arie d'opera più celebri: Sorgi, o padre, da Bianca e Fernando, Meco all'altar di Venere da Norma, Col sorriso d'innocenza… Oh, Sole! da Il Pirata, Amo e amata io sono da Zaira e infine il celebre duetto In mia man alfin tu sei, sempre da Norma, opera che ha chiuso il concerto con l'esecuzione di Casta Diva.
Il tenore Filippo Micale, ospite ogni anno del Festival, ha dato prova, nelle arie a lui affidate, di una voce salda e stentorea, che gli ha permesso di affrontare con padronanza la cavatina di Pollione, che ha eseguito insieme all'ardua cabaletta Me protegge e me difende, ripetuta come da tradizione, e il focoso duetto con Norma, mentre ha saputo trovare accenti più lievi e sognanti soprattutto nella tenue e delicata Vaga Luna e nel brevissimo O Souvenir.
Quanto a Gonca Dogan, soprano turco da tempo naturalizzatosi nella nostra terra, ha confermato, qualora ce ne fosse ancora bisogno, le doti vocali che più e più volte abbiamo elogiato da queste pagine. In particolare va notato come la cantante, oltre a essere in possesso di una salda tecnica e di un'intonazione perfetta, trovi il suo punto di forza sia nelle mezze voci che nei filati, evidenziando al contempo una comprensione quasi istintiva dei ritmi, del respiro, del fraseggio che richiede ogni melodia belliniana. In un mondo sopranile dove ogni cantante che intende affrontare Bellini si sente in dovere, e giustamente, di confrontarsi con Maria Callas, di fatto inarrivabile interprete di Norma, Gonca Dogan ha naturalmente fatto propria la lezione del grande soprano greco, ma a differenza di altre sue colleghe non per imitarla e seguirla pedissequamente, ma per esplorare le proprie possibilità vocali e offrire un proprio personale modo di eseguire Bellini: dove altre cantanti, per conferire alla loro voce cupezza di suono nella zona media, e avvicinarsi così alla potenza drammatica della Callas, usano e spesso abusano della maschera, con effetti quasi sempre disastrosi, Gonca Dogan mantiene il suo timbro senza alterarlo, offrendo una sua Imogene, una sua Norma, altrettanto drammatiche e disperate, ma nelle quali il timbro cristallino del soprano turco non viene snaturato in nome di una impossibile imitazione. Prova ne sia la perfetta esecuzione dell'ardua aria finale con relativa cabaletta di Imogene, che avevamo ascoltato pochi giorni fa con esiti ben diversi al Bellini di Catania: qui tutto sembrava molto più facile, naturale, gli acuti erano sempre ben coperti, esaltanti i filati e le mezze voci, sicuro il passaggio di registro, spettacolare e sofferta la cabaletta, con una padronanza tecnica e un timbro caldo e suadente in grado di conquistare palcoscenici ben più grandi e blasonati…
E infine, Ruben Micieli, concertista che accompagna i cantanti dando significato a ogni nota, passando in secondo piano con estrema modestia, per poi riemergere nei due brani a lui affidati, lo Studio op. 25 n.7 e lo Scherzo op.39 n.3 di Frédéric Chopin, interpretati con quella sicura ma sempre sorvegliata musicalità e con la padronanza tecnica che, insieme alla delicatezza aristocratica del tocco, costituiscono il tratto distintivo del giovane pianista.
Il prossimo concerto, Bellini in Love col soprano Marzia Catania e il pianista Stefano Sanfilippo, giovedì 10 ottobre, sempre alla Chiesa Badia di Sant'Agata.
Giuliana Cutore
26/9/2019
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