RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Un omaggio a Beethoven

Il concerto sinfonico del 21 aprile (replica il 22) al teatro Bellini di Catania annunciava nella locandina musiche di Ludwig van Beethoven: il Triplo concerto per pianoforte, violino, violoncello e orchestra in do maggiore op. 56 e la Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92. Il primo brano scritto fra il 1803 e il 1804 rappresenta una delle pochissime incursioni del grande compositore di Bonn nel genere brillante e rimane un lavoro alquanto tenuto in ombra dalla critica musicologica come tipologia di lavoro esteriore e alla moda, basterà ricordare che Chantavoine lo giudicava “ibrido e superficiale”. Tale giudizio poco gradevole fu probabilmente da attribuirsi ad un certo squilibrio fra le parti solistiche dato che la parte pianistica era stata concepita come più semplice da Beethoven perché affidata per l'esecuzione al proprio alunno l'arciduca Rodolfo, mentre la parte per violino e violoncello, ma soprattutto quella per quest'ultimo, manifestava tanti passaggi altamente virtuosistici.

La Settima Sinfonia invece fu scritta fra il 1811 e il 1812 ed è sicuramente da considerarsi la più astratta delle nove sinfonie, nel senso proprio di musica pura dalla quale sia assente qualsiasi riferimento di tipo oggettivo, realistico, pittorico, letterario o poetico. Per Richard Wagner essa rappresentava addirittura l'esaltazione del movimento ritmico: “La sinfonia è l'apoteosi della danza: è la danza nella sua suprema essenza, la più beata attuazione del movimento del corpo, quasi idealmente concretato nei suoni”.

I tre solisti Andrea Waccher (violoncello), Vito Imperato (violino) e Alberto Ferro (pianoforte) sono riusciti a coordinarsi e interagire in modo equilibrato e armonico sia fra loro che con l'intera orchestra del nostro teatro condotta in modo corretto e ponderato dal maestro Alvise Casellati. Così i tre tempi della composizione (Allegro – Largo – Rondò alla Polacca) sono stati eseguiti in modo assolutamente composto, fluido e scorrevole, suscitando l'entusiasmo del pubblico convenuto che ha applaudito con partecipazione e calore. E' un varo peccato che i tre bravi solisti non abbiano ritenuto opportuno fornire un bis, nonostante le tante concitate sollecitazioni.

La Settima Sinfonia in La maggiore op. 92 nei suoi quattro tempi (1Poco sostenuto-vivace;2 Allegretto;3 Scherzo: Presto-Trio-Assai meno presto; 4 Allegro con brio) è stata diffusa dall'orchestra condotta da Casellati con piglio rapido, dinamico e scattante riuscendo ad eviscerare tutta la forza dirompente e quasi tellurica che si sprigiona soprattutto dal quarto movimento. Movimento nel quale non è mancata peraltro qualche asprezza e ruvidezza in alcuni fortissimi e in alcuni sforzati. Nel complesso si è comunque trattato di una buona esecuzione che ha riscosso, anche in questo caso, ovazioni di consenso ed esultanza da parte degli ascoltatori. Purtroppo anche in questo caso è mancato un bis che gratificasse l'attento uditorio.

Giovanni Pasqualino

22/4/2023

La foto del servizio è di Giacomo Orlando.