RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Mario Brunello e l'Orchestra Sinfonica della RAI

al Bellini di Catania

Un concerto fuori programma di tutto rispetto quello che ha visto giovedì 28 aprile sul palcoscenico del Teatro Massimo Bellini di Catania l'esibizione dell'Orchestra Sinfonica della RAI, compagine orchestrale che ha confermato ampiamente il glamour, l'alta reputazione e l'incondizionato apprezzamento dei quali viene ampiamente gratificata in ogni parte del mondo. A dirigere il prestigioso ensemble strumentale è stato Ryan Mc Adams, già alla guida dell'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e dell'Academy of St. Martin in the Fields, che ha mostrato grande disinvoltura nella sua direzione, congiunta ad una lettura filologicamente attenta e precisa delle partiture eseguite.

Nel primo tempo è stata eseguita l'Ouverture in do minore op. 62 Coriolano, scritta nel 1807 per l'omonima tragedia di Josef Heinrich von Collin da Ludwig van Beethoven. La splendida pagina è stata interpretata con possanza e virulenza ma nel contempo con accurata perizia e bravura senza mai arruffare alcun passaggio. A seguire lo struggente Concerto n. 1 in la minore op. 33 per violoncello e orchestra di Camille Saint-Saëns, del quale è stato solista Mario Brunello. L'artista, che ha suonato su uno splendido Maggini dei primi anni del Seicento appartenuto a Franco Rossi, ha letteralmente estasiato il foltissimo uditorio presente nel parterre e nei palchi del nostro teatro, esibendo una tecnica assoluta nella padronanza dello strumento, unita ad una sensibilità musicale ed una delicatezza e profondità di suono davvero strabilianti: la sua cavata si è rivelata di una eleganza e di una raffinatezza rare nel panorama concertistico contemporaneo. Brunello ha poi gratificato il pubblico osannante con due dolcissimi brani, un blues ed una melodia armena, dai quali riusciva a trarre e comunicare all'uditorio tutto l'afflato umano di strazio e sofferenza vissuto ed esternato da etnìe vessate ed emarginate quali quelle dei neri americani e degli Armeni.

Il secondo tempo ha visto l'esecuzione della Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92 di Ludwig van Beethoven, gagliarda partitura che Richard Wagner definì emblematicamente come «apoteosi della danza» e che il grande di Bonn compose fra il 1811 e il 1812, facendola poi eseguire a Vienna con caloroso successo l'8 dicembre 1813. La standing ovation seguita ha fatto sì che l'orchestra diretta da Ryan Mc Adams proponesse la vivace e scoppiettante Ouverture de Le Nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart in una versione forse un po' troppo irruente e protobeethoveniana ma sicuramente efficace, precisa e assolutamente impeccabile.

Notiamo infine, per dovere di cronaca e con nostro piacere, che sia il direttore artistico Francesco Nicolosi, sia il Sovrintendente Roberto Grossi, a differenza dei loro predecessori, sono sempre presenti ai concerti e alle opere offerte dal nostro teatro.

Giovanni Pasqualino

29/4/2016

La foto del servizio è di Giacomo Orlando.