RECENSIONI
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Barcellona

Ancora Butterfly

La farfalla pucciniana è tornata dopo cinque anni al Liceu. Sempre accolta bene (tutto esaurito) e con successo non solo di critica ma anche di pubblico, è stata però una versione corretta ma per niente memorabile e ancora una volta senza una protagonista davvero grande (l'ultima, Fiorenza Cedolins, è stata nel 2006). L'allestimento è sempre quello di Leiser e Caurier, bello e più accuratamente ripreso rispetto all'ultima volta, ma sempre troppo aperto, un pericolo in ogni teatro e ancora di più in uno di questa stazza e con dei cantanti di volume moderato o esiguo. Non aiutava certo la direzione di Giampaolo Bisanti, fortissima anche quando non ce n'era bisogno e molto rapida e nervosa. L'orchestra si mostrava in buona forma e il coro istruito da Conxita García veniva molto applaudito per il celebre coro a bocca chiusa – praticamente l'unico momento d'importanza, a parte i brevi momenti dell'atto primo. Due le compagnie di canto. Lianna Haroutunian, molto applaudita, è una voce di volume mediano, inudibile nel centro e grave e con un buon acuto, ma le note filate erano piuttosto inesistenti. Buona attrice, non eccezionale.

Maria Teresa Leva – subentrata a un'ammalata Ainoa Arteta – ha gli acuti, e molto belli, ma la voce è piccola e se il centro è un po' più presente i gravi proprio non ci sono. Non credo le convenga frequentare questa parte (nè altre come Leonora o Aida), almeno in teatri grandi. Jorge de León non ha problemi di volume ma chiaramente forzava più del solito per farsi sentire. Come cantante e attore è generico e lo sgradevole personaggio certo non ne traeva vantaggio. Molto meglio, meno potente ma più sensibile nel fraseggio e nell'interpretazione Rame Lahaj, ma un buon Pinkerton non giustifica mai una ripresa. Damián del Castillo ci offriva un bravo Sharpless ma di volume modesto; in qualsiasi caso molto più interessante di quello di Gabriel Bermúdez, sempre con la voce indietro, che nel primo atto quasi non si sentiva. Ana Ibarra era Suzuki. Diventata mezzosoprano il suo grave e centro funzionano ma l'acuto no. Molto meglio (da tutti i punti di vista) quella incarnata da Justina Gringyté.

Il Liceu si è offerto il lusso anche di due Goro. Mentre il secondo, Moisés Marín, si sentiva benissimo (nel primo atto quello con più voce – non bella e un po' scura era lui) c'è da chiedersi perché, quando ce ne sono almeno due o tre ‘locali' capaci di rendere bene la parte, si sia andato a cercare un modesto Christophe Mortagne, per di più per la prima compagnia.

Isaac Galán, un elemento di solito molto interessante, soffriva anch'esso gli effetti indesiderati di allestimento e direzione. Bene Mercedes Gancedo come Kate, discreti gli altri ma poco presente vocalmente lo zio Bonzo di Felipe Bou.

Jorge Binaghi

21/1/2019

La foto del servizio è di Antonio Bofill.