Madama Butterfly
alla Fenice di Venezia
Madama Butterfly è uno dei titoli che il Teatro La Fenice ha inserito nel “repertorio” della propria programmazione, come in uso nei teatri esteri. Reputo che tale scelta sia una delle più efficaci dal punto di vista imprenditoriale per una Fondazione, quale quella veneziana, che ha a disposizione un bacino di pubblico molto eterogeneo e diverso da altre istituzioni musicali. Lo spettacolo fu creato nel 2013 quale progetto speciale della 55ª Esposizione Internazionale dell'Arte della Biennale di Venezia: regia di Alex Rigola, scene e costumi di Mariko Mori. Dello spettacolo ebbi modo di parlarne a suo tempo, rivisto a distanza di qualche anno, non sono cambiate le mie impressioni. Questa Butterfly s'ispira decisamente al teatro kabuki di origine orientale, e si discosta enormemente dalla concezione drammaturgica dell'autore il quale scelse solo il soggetto ambientato in Giappone ma con idee del tutto estranee al genere. La regia è molto lineare con una recitazione contenuta e manierata, mai un accenno al trasporto dei sentimenti che in Puccini è l'anima di ogni suo spartito. Fredda e glaciale drammaturgia, s'impone al centro una scultura astratta per tutta la durata dell'opera, scena inesistente creata solo da un fondale chiaro, costumi volutamente bianchi senza identità, luci abbaglianti. Uno spettacolo che non affascina, di difficile comprensione, il quale non disturba ma non lascia neppure traccia. Tuttavia l'interesse di questa ripresa consisteva nella presenza di Myung-Whun Chung sul podio e del soprano Vittoria Yeo, cantante sempre più in ascesa.
Chung è direttore di prim'ordine, non serve ripeterlo, e sceglie una lettura molto raffinata e attenta al dettaglio. Complice una buona performance dell'orchestra, raramente così precisa e attenta, segue il segno drammaturgico con perizia maniacale senza mai perdere il filo narrativo e soprattutto il colore e il fraseggio musicale. Si potrebbe affermare che la sua direzione è un romanzo d'appendice di tragedia annunciata eseguita con mano dinamica quanto duttile ed emotivamente efficace. A chi scrive, tuttavia, è parsa più scrupolosa e attenta al dettato pucciniano la seconda parte dell'opera rispetto la prima.
Molto positiva la prova di Vittoria Yeo, la quale si conferma una delle più interessanti promesse sopranili. Dotata di voce integra in tutti i registri, rotonda e di bel colore, traccia una Cio-Cio-San rilevante sotto tutti gli aspetti. Purtroppo la regia statica non le permette di mettere in luce anche una personalità scenica di altrettanta fattura poiché nello stesso ruolo l'ho già ascoltata in teatri minori. Semmai unica cosa da eccepire sarebbe il fraseggio in quest'occasione meno risolto del solito, tuttavia una prova sicuramente convincente, la quale potrà essere perfezionata e approfondita in seguito.
Vincenzo Costanzo è un tenore con bella voce, purtroppo non sorretta da una tecnica raffinata, pertanto il canto è sempre “aperto” e sovente ingolato. Questa caratteristica nega anche un fraseggio e determina una modulazione di colore monotono, quando avrebbe tutte le carte in regola per disegnare un Pinkerton apprezzabile.
Manuela Custer si conferma un'ottima Suzuki, timbro corposo, bravissima fraseggiatrice. Luca Grassi è un bon cantante di mestiere e rende evidente uno Sharpless autorevole, preciso e senza sbavature, magari dovrebbe curare maggiormente accento e fraseggio poiché il grande duetto del II atto era piuttosto monotono.
Buona la prova di Luca Casalin, un Goro interpretativamente subdolo e vocalmente preciso. Nelle numerose parti di fianco si mette in luce il bravo William Corrò, Yamadori, mentre il Bonzo di Cristian Saitta era troppo tonante e grezzo.
Per dovere di cronaca elenco la buona professionalità degli altri: Julie Mellor (Kate), Salvatore De Benedetto (Yakusidé), Emanuele Pedrini (Commissario imperiale), Eugenio Masino (Ufficiale del registro), Marta Codognola (Madre di Cio-Cio-San), Alessandra Vavasori (la zia) e Sabrina Mazzamuto (la cugina). Bravissimo il coro istruito da Claudio Marino Moretti.
Successo vivissimo, al termine, per tutta la compagnia, con particolari ovazioni per la Yeo e il maestro Chung.
Lukas Franceschini
10/4/2016
Le foto del servizio sono di Michele Crosera.
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