Un'interessante versione de
Le convenienze ed inconvenienze teatrali
Interessantissima la proposta al Teatro Comunale “Mario Del Monaco: la farsa di Gaetano Donizetti Le convenienze ed inconvenienze teatrali in una versione peculiare. L'autore compose lo spartito intorno all'ottobre-novembre 1827 durante il periodo napoletano, infatti l'opera fu rappresentata per la prima volta al Teatro Nuovo il 21 novembre 1827, e Giuseppe Frezzolini interpretava Mamm'Agata. In seguito Donizetti elaborò una seconda versione in due atti e possiamo affermare che nessuna delle opere, non solo donizettiane, riuscì a conquistare le scene del mondo teatrale operistico come questa satira che si sviluppa sulla prova di un'opera lirica. Il testo, al quale contribuì lo stesso compositore (senza accredito), è un inciso di chiarezza, sintesi e umorismo con tutti i libretti comici del tempo. L'opera che si tenta di rappresentare è Romulo ed Ersili, un titolo fittizio perché nei fatti si tratta della più conosciuta Elvida (sempre di Donizetti) titolo che il pubblico napoletano aveva ascoltato l'anno precedente e avrebbe sicuramente riconosciuto. La brillantissima idea di usare un baritono travestito per il ruolo di Mamm'Agata pare essere stato suggerito da una memorabile prestazione di Antonio Tamburini che nell'opera Elisa e Claudio di Saverio Mercadante al Teatro Carolino di Palermo, per farsi udire da un pubblico molto rumoreggiante, comincio a cantare in falsetto, che sapeva utilizzare con grande maestria, e tale pratica scatenò l'entusiasmo del pubblico facendo abbandonare il palcoscenico all'infuriata primadonna. A quel punto, per continuare lo spettacolo, lo stesso Tamburini cantò anche il ruolo della collega, indossando addirittura il costume. Il successo fu clamoroso e pur dubitando che tale avvenimento sia veritiero, è possibile rilevare che il travestimento in tal senso abbia interessato il grande istinto umoristico di Donizetti. La seconda versione in due atti fu sviluppata utilizzando altro materiale della commedia di Antonio Sografi (da cui proviene la farsa in un atto). Caratterizzando i personaggi su se stessi con le loro vanità, lamentele, presunzioni, rivalità, questi corrispondono esattamente ai cantanti di tutti i tempi che solcano i palcoscenici di tutto il mondo. Non da meno sono efficacissimi gli imprestiti di opere di altri compositori, sapientemente elaborati nel testo per rendere ancor più briosa la drammaturgia e aggiungendo ancor più legna al fuoco. Nel corso degli anni le due versioni, pur essendo presenti le partiture autografe, sono state spesso mescolate per effetti teatrali e drammaturgici, o per esigenze canore. La versione eseguita a Treviso è una ricostruzione probabilmente prossima alla ripresa che Donizetti curò per il Teatro del Fondo di Napoli nel 1831 La situazione delle fonti è così intricata da rendere impossibile, oggi, una definizione certa della struttura in base alle molte riprese e rivisitazioni d'autore. Trattasi di una farsa in un atto caratterizzata da dialoghi invece dei recitativi, uso del dialetto napoletano, un terzetto e un sestetto totalmente nuovo. Questa versione, basata sull'edizione critica di Roger Parker e Andres Wiklund, è frutto di ripensamenti e revisioni artistiche d'autore e ha il pregio di presentare insieme tre fra i migliori pezzi d'assieme comici di Donizetti. Dalla versione del 1827 deriva invece l'aria di Procolo, che rafforza il personaggio. Gli autori hanno scelto come pezzi di baule due cavalli di battaglia d'epoca: l'aria di Sofia da Il Signor Bruschino di Rossini, e l'aria di Amina da La sonnambula di Bellini.
Molto divertente e garbato lo spettacolo presentato a Treviso, in coproduzione con il Theater Biel Solothurn e in collaborazione con il Consorzio tra i Conservatori del Veneto e il Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia. Regia, scene e costumi erano di un'unica mano, quella di Pierre-Emmanuel Rousseau, il quale ha impostato la vicenda agli inizi del ‘900 in un classico teatro d'opera. Scena quasi fissa, con alcuni cambi a sipario e visualizzazione anche nel retropalco tale da rendere veritiera e funzionale la “prova”, ma ben contestualizzata nell'ambiente teatrale che poi non è molto diverso da quello odierno. Costumi di ottima fattura con bei cromatismi e un tocco di opulenza che in tale situazione imprimevano una leggera gioiosità. I personaggi erano ben focalizzati nei loro ruoli e mai sopra le righe. Non sono mancate, doverosamente, gags divertenti e situazioni di battibecchi sempre sul filo della più credibile simpatia. Particolare rilievo hanno avuto i personaggi di Mamm'Agata che pareva una copia di Jack Lemmon da Billy Wilder, e Procolo, marito della primadonna, assai convinto nella parte del cavalier servente. Un vero spasso per questo spettacolo, comico, brillante, accattivante, che sarebbe potuto essere rappresentato senza intervallo poiché la drammaturgia era incalzante e la scena sempre diversa.
Sul podio abbiamo trovato Franco Trinca, solida e precisa bacchetta che ha saputo cogliere appieno il senso umoristico della farsa, e da esperto musicista ha equilibrato buca e palcoscenico con risultati davvero lusinghieri. Inoltre, è doveroso precisare che parte del cast era composto da giovani del Conservatorio del Progetto Opera Studio e l'Orchestra e il Coro del Consorzio dei Conservatori. Tali risorse ha saputo farle fruttare al meglio, reggendo tempi brillanti e nitidi per i cantanti e realizzando un ottimo lavoro di preparazione con gli orchestrali, raggiungendo un risultato cui va il plauso più lusinghiero.
Michele Govi, Mamm'Agata (artista non del Progetto Opera Studio), ha dato una particolare rilevanza al personaggio più divertente senza mai cadere nella solita e stucchevole macchietta. Voce rigogliosa e piena, ben calibrata nei registri, alla quale univa una vis comica straripante d'indiscussa simpatia.
Gli altri interpreti, non di Opera Studio, erano i precisi Francesco Basso (Cesare Salzapariglia) e Michel Soldo (Impresario.)
Tutti gli altri cantanti provenivano dai Conservatori e nell'insieme hanno fornito un'ottima professionalità e soprattutto l'intera compagnia marcava un affiatamento molto apprezzabile. Erika Tanaka, Primadonna, è un soprano di buone qualità con particolare portamento nei ruoli brillanti di coloratura, Procolo era un simpaticissimo Paolo Ingrasciotta, il quale metteva in luce l'ottima vocalità baritonale sempre misurata ed espressiva cui va aggiunta un'innata caratterizzazione teatrale di livello.
Ilenia Tosatto, Seconda donna, faceva da contraltare all'altro soprano con buone proprietà espressive e Askar Lashkin era un Biscroma molto preciso e divertente. Simpatico e disinvolto il Guglielmo di Andrea Biscontin e molto musicale Valeria Girardello nel ruolo en travesti di Pippetto, a loro si affiancava con professionalità l'Impresario di Diego Rossetto.
Uno spettacolo veramente bello e ben realizzato, al quale il pubblico del Teatro Comunale di Treviso ha tributato un giusto e indicativo successo. Peccato che questo tipo di esperienza e di coproduzione non preveda una circuitazione, almeno regionale, più ampia.
Lukas Franceschini
30/11/2015
Le foto del servizio sono di Piccinni-Treviso.
|