Standing ovation
per il Capodanno al Bellini
Il 1° gennaio la sala del Sada, gremita come non si vedeva ormai più da molto tempo, ha accolto con entusiasmo travolgente il Concerto di Capodanno, che aveva per protagonisti l'orchestra e il coro del Bellini di Catania, diretti dal giapponese Daisuke Muranaka, giovane e grintoso direttore d'orchestra con al proprio attivo un già importante curriculum internazionale.
Il programma, in linea con la migliore tradizione dei concerti inaugurali per il nuovo anno, prevedeva, oltre ai canonici valzer di Johann Strauss jr. Storielle del bosco viennese, Sul bel Danubio blu, e il raffinato Valzer dell'imperatore, l'Ouverture de Il pipistrello e il valzer Sangue viennese di Johann Strauss, Il valzer dei fiori da Lo schiaccianoci di P.I. Cajkovskij, “Gli aranci olezzano” da Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, “Les voici! Voici la quadrille!” dalla Carmen di George Bizet, il valzer “Ainsi que la brise légère” dal Faust di Charles Gounod, il Cac-Can delle grisettes e il Finale III da La vedova allegra di Franz Lehár, e infine ben tre brani verdiani: “Noi siamo zingarelle” e “Di Madride noi siam mattadori” da La Traviata e “Va' pensiero” da Nabucco.
Daisuke Muranaka ha guidato con mano sicura l'orchestra e il coro, dando prova di una grande versatilità che gli permetteva di essere pienamente a suo agio sia nel repertorio sinfonico che in quello operistico: nei pezzi corali ha dosato con molto equilibrio le sonorità, favorendo un amalgama fonico-sonoro dove le singole parti si compenetravano senza mai sovrastarsi a vicenda. Di particolare rilievo la sua interpretazione dei valzer viennesi, che ha diretto imprimendo un tono leggiadro, frizzante e lieve all'orchestra, e ben evidenziando gli stacchi tra le parti puramente sinfoniche e quelle ballabili, con un ottimo equilibrio dei tempi che permetteva ai vari temi musicali di emergere in tutta la loro bellezza.
Muranaka ha saputo anche costruire con l'orchestra un rapporto quanto mai cordiale, che si mostrava netto dall'entusiasmo col quale veniva seguito da tutti i componenti, che ne hanno saputo evidentemente apprezzare sia il piglio sicuro, che si manifestava nella precisione degli attacchi e della scelta dei tempi (con un'inclinazione al rubato ormai rara fra i giovani direttori d'orchestra), sia la prorompente personalità, sia la franca simpatia umana che ha avuto modo di dimostrare anche nei confronti del pubblico.
Anche il coro, istruito come sempre da Ross Craigmile, si è disimpegnato con notevole professionalità, eseguendo in particolare in maniera eccellente Va' pensiero, dove la nota finale tenuta in pianissimo sino all'estrema dissolvenza ha strappato vibranti applausi.
Al termine del concerto, una standing ovation ha salutato Muranaka e i musicisti del Bellini, che hanno concesso ben tre encore: l'impetuosa polka Unter Donner und Blitz di Johann Strauss jr., la celeberrima Radetzky Marsch di Johann Strauss (e qui anche il pubblico è stato diretto nei suoi battimani con pochi e precisi gesti dal giovane giapponese) e il Can Can da Orfeo all'Inferno di Jacques Offenbach.
Giuliana Cutore
2/1/2017 La foto del servizio è di Giacomo Orlando.
|