Capodanno al Bellini
È ormai consolidata tradizione salutare il nuovo anno con musiche spumeggianti, che infondano gioia e allegria in chi le ascolta; dallo storico Capodanno viennese, i concerti del 1° gennaio si snodano lungo tutta Europa, e attraversano l'Italia da Nord a Sud. A tale appuntamento non poteva mancare anche il Bellini di Catania, che il giorno di Capodanno ha offerto al numerosissimo pubblico intervenuto un concerto pomeridiano, con musiche di Jacques Offenbach e di Johann Strauss Junior dirette dal giovane maestro Thomas Rösner.
L'appuntamento faceva parte di un ciclo di spettacoli fuori abbonamento, dal titolo Natale al Bellini, che hanno visto un'affluenza davvero insolita di pubblico, almeno per gli standard precedenti del nostro Teatro, affluenza che per il primo dell'anno è giunta addirittura al sold out; segno questo che un'accorta politica manageriale, tesa a diversificare l'offerta, con fasce di prezzo meno elevate e più consone all'attuale crisi, e con performance in grado di attirare anche i più giovani e persone non necessariamente addette ai lavori, è capace non solo di ricondurre il pubblico in teatro, ma anche di ricreare un clima di interesse e di curiosità per la musica, che non deve essere necessariamente classica nel senso deteriore del termine, ma può e deve aprirsi anche alle forme ed espressioni contemporanee. E del resto, tutti i compositori, prima di diventare classici, non sono stati contemporanei, alle prime armi e magari disprezzati e misconosciuti?
In quest'ottica, il concerto di ieri sera ha offerto una carrellata di musiche godibilissime, che hanno ancora una volta entusiasmato il pubblico, passando dalla brillante ouverture di Orphée aux Enfers di Offenbach ai più celebri valzer e polke di Johann Strauss Junior, da Voci di Primavera all'Annen Polka, da Rose del Sud alla celeberrima Pizz Polka, dal maestoso Valzer dell'Imperatore a Eljen a Magyar, per concludere con quel brano che è ormai simbolo del Capodanno, Sul bel Danubio blu, seguito dal tempestoso ed irruento Unter Donner und Blitz.
L'orchestra del Bellini ha suonato con entusiasmo, assecondando gli attacchi precisi di Rösner che, pur non riuscendo a rendere appieno la levità del rubato e la leggerezza e leggiadria tipiche dei valzer viennesi, ha evitato ogni svenevolezza e compiacimento, mantenendo equilibrio di tempi e di sonorità. Benissimo l'ouverture di Offenbach e le polke, per il colore orchestrale e la coesione strumentale, sintomi di una compagine in sicura crescita, e soprattutto ottimo il ruolo degli archi nella Pizz Polka, più conosciuta come pizzicato polka, dove tali strumenti vengono utilizzati senza archetto. Notevoli anche le esecuzioni di Rose del Sud e di Voci di primavera, mentre il delicato ed aristocratico Valzer dell'Imperatore avrebbe richiesto più precisione ritmica ed un uso più accorto delle sonorità.
Il pubblico ha gradito moltissimo sia il programma che l'esecuzione, tributando calorosissimi applausi ai quali orchestra e direttore hanno risposto con ben tre bis: Tritsch-Tratsch Polka, la polka del chiacchiericcio, eseguita come primo e terzo bis, e la Marcia di Radetzky, di Johann Strauss Senior, che ha visto la consueta partecipazione degli spettatori, che hanno punteggiato col battimani, guidato da Rösner, tutta l'esecuzione.
In margine, non vanno taciute né la costante presenza del Sovrintendente Roberto Grossi, né la lodevole iniziativa di approntare delle riprese, trasmesse poi, come abbiamo potuto notare con gradita sorpresa durante una passeggiata dopoteatro, sul maxischermo di Piazza Università, e seguite con curiosità da molti cittadini che, pur non avendo avuto accesso al Bellini, hanno potuto comunque godere delle deliziose musiche viennesi.
Giuliana Cutore
2/1/2016
La foto del servizio è di Giacomo Orlando.
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