I Capuleti e i Montecchi
al Castello dei Carraresi
La stagione lirica del Teatro Verdi di Padova è iniziata con un'anteprima estiva al Castello dei Carraresi, dove è stata allestita l'opera I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini, la quale sarà replicata successivamente a Bassano del Grappa. Per la prima volta l'estate operistica padovana è ospitata nell'antica piazza d'armi del Castello dei Carraresi, il quale in fase di restaurazione necessita ancora di molti lavori per essere locazione adatta a uno spettacolo lirico. Inoltre anche la platea e la tribuna avrebbero bisogno di maggiore cura. Si è avuta l'impressione di molta approssimazione nell'organizzazione, non riscontrabile al Teatro Verdi, poiché durante l'esecuzione era un continuo andirivieni di fotografi, tecnici, e anche taluni spettatori si accomodavano a spettacolo iniziato. È scontato che uno spettacolo all'aperto non può avere la stessa atmosfera del teatro, tuttavia più accortezza non avrebbe guastato, speriamo che il prossimo anno saranno risolte queste malfunzioni.
Lo spettacolo è stato affidato nella sua interezza, regia, scene, costumi e luci a Paolo Giani, il quale ha avuto grandi problemi per creare una cornice scenografica nel grande spazio all'aperto con un vasto palcoscenico senza delimitazioni di quinte. L'effetto era notevolmente spoglio, l'unico elemento era un busto con testa mozzata, la quale era a terra dalla parte opposta, la cifra di lettura non è chiara ma non disturbava. Non abbiamo visto una ricerca particolare nella drammaturgia, il solo Romeo aveva dei tratti teatrali, Giulietta immobile e statica, il coro si esibiva in una continua processione anche nella parte posteriore del Castello, ma senza grandi effetti. I costumi erano banali e tutti simili, le luci accettabili. Per creare un po' d'effetto si è utilizzato un gruppo di ragazzi allievi forse di qualche scuola di scherma, ma anche questa trovata lasciava perplessi, troppa mimica inutile.
L'Orchestra di Padova e del Veneto è in continua crescita e l'amalgama generale e la buona impostazione sonora dell'insieme sono evidenti, purtroppo il direttore Andrea Albertin non ha sfruttato tali potenzialità anzi la sua concertazione era oltremisura lentissima, la quale ha reso non solo l'opera soporifera e noiosa, ma ha messo in evidente difficoltà pure i solisti. Note non positive anche per il Coro, diretto da Dino Zambello, sovente sfasato e in molte occasioni non intonato.
Del cast l'unica ad esprimere un'onesta professionalità è stata Annalisa Stroppa, un Romeo molto appassionato e di buona tempra vocale con buon uso di fraseggio e colori, peccato che la zona grave non sia particolarmente rifinita e incisiva, tuttavia la prova è stata positiva. Ekaterina Sadovnikova, Giulietta, avrebbe una bella voce e anche uno stile appropriato, ma il canto è stato sempre scialbo e monotono, assenza totale di colore ed interpretazione che hanno reso la sua performance noiosa e di routine. Abbastanza appropriato il Tebaldo di Giordano Lucà, svettante nel settore acuto ma poco preciso nel passaggio, tuttavia da risentire in un differente contesto. Non lasciano traccia il Lorenzo di Matteo D'Apolito e il Capellio di Daniel De Vicente.
Al termine di una lunghissima esecuzione il pubblico, accorso tutto sommato numeroso, ha premiato tutta la compagnia con convinti applausi.
Lukas Franceschini
7/8/2016
La foto del servizio è di Antonio Bartolani - Teatro Verdi di Padova.
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