Un Giardino dei Ciliegi minimalista
a Reggio Emilia
Il 31 gennaio è andato in scena presso il teatro Ludovico Ariosto di Reggio Emilia Il giardino dei ciliegi dell'autore russo Anton Cechov. Il giovane regista Alessandro Serra ha pienamente convinto il pubblico per l'essere riuscito a cogliere il messaggio del drammaturgo russo, giacché questa pièce risulta coinvolgente e armonica in tutte le sue parti, capace di divertire ma anche di destare malinconia facendoci immedesimare nei personaggi. Tale immedesimazione è resa possibile da un eccellente cast di attori, in grado di convogliare l'attenzione del pubblico attraverso movimenti aggraziati e un'ottima dizione. La scenografia è parte integrante di quest'opera, non monopolizza l'attenzione distraendo lo spettatore, ma operando in sinergia con le coreografie la convoglia sulla rappresentazione.
Luci, scene, musiche e costumi proiettano in un'epoca di passaggio e cambiamento: i padroni di una volta sono ormai solo i fantasmi di un lontano passato di splendore, sono inadatti alla loro contemporaneità, ad un tempo che guarda al profitto senza prestare attenzione alla bellezza della natura o più semplicemente di un giardino. I padroni sono rimpiazzati dai servi di una volta, e qui il regista rende perfettamente l'idea di Cechov attraverso la scena dell'armadio, un mobile che ha compiuto ben cento anni, fuori moda, decadente e superato come i suoi proprietari.
Questa è un'opera moderna e destinata ad esserlo per sempre: è vero che Cechov l'aveva definita una commedia ma Il giardino dei ciliegi non è soltanto questo, è un testo che sa di vita, i suoi personaggi non sono tipi fissi ma uomini in carne ed ossa, che ridono e piangono allo stesso tempo, con le loro gioie e le loro paure.
Il pubblico ha accolto con entusiasmo la rappresentazione e ha ripetutamente applaudito gli attori che vogliamo ricordare: Arianna Aloi, Andrea Bartolomeo, Leonardo Capuano, Marta Cortellazzo Wiel, Massimiliano Donato, Chiara Michelini, Valentina Sperlì, Bruno Stori e Petra Valentini.
Un ulteriore plauso va al regista Alessandro Serra per aver curato le luci e i costumi, ma in particolare le scene che sono semplici ed eleganti e che, pur avvalendosi di una scarna attrezzeria, sono capaci di accompagnare la visione.
Repliche fino al 2 febbraio.
Antonio Pasqualino
1/2/2020
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