RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Francesco Paolo Neglia nel 150° della nascita

Il 1° dicembre del 1950 al Teatro Bellini di Catania andava in scena per la prima volta, con un certo successo forse più di pubblico che di critica, l'opera Zelia, libretto di Franco Cortella, musica di Francesco Paolo Neglia. Quest'ultimo era nato a Castrogiovanni (nome antico di Enna) il 22 maggio del 1874 dal violinista e maestro di cappella presso la Cattedrale della città siciliana Giuseppe e dalla maestra elementare Maria Greca. Figlio d'arte, Francesco Paolo ebbe i primi insegnamenti di violino, pianoforte e composizione dal padre, divenendo nel 1893 violinista della Cattedrale e conseguendo contemporaneamente il diploma di maestro elementare. Onde approfondire i suoi studi di composizione tentò di entrare al Conservatorio “V. Bellini” di Palermo ma per limiti di età non fu ammesso. Il direttore dello stesso istituto, Guglielmo Zuelli, notando le sue capacità lo accettò come alunno privato e gli fece anche avere un posto come violinista presso il teatro Massimo della stessa città.

Nel 1900 conseguì brillantemente i diplomi di violino, trombone e composizione. Nel 1901 Francesco Paolo Neglia si trasferì in Germania e i tedeschi ammirarono a tal punto le sue singolari doti musicali che gli affidarono la direzione del “Musik Freunde” di Amburgo e lo spinsero a dare vita a un istituto musicale il “Neglia Conservatorium”, che arrivò a registrare fino a 500 iscritti. In Germania fece conoscere molte sue composizioni fra le quali “Seconda Sinfonia in Re minore” (1912) e “Tre quadri di vita veneziana” (1913). Morto il padre fece ritorno in patria, ma lo scoppio della prima guerra mondiale fece sì che venisse accolto con poco entusiasmo dai suoi compatrioti, sospettosi del suo successo in Germania e ancor più diffidenti perché l'artista portava con sé una moglie tedesca e dei figli anch'essi di nazionalità teutonica. Così la città siciliana di Castrogiovanni non solo ostacolò il musicista nel suo lavoro ma anche e ancor più nella vita quotidiana. I componenti dell'orchestra della Cattedrale gli erano ostili, la moglie non poteva uscire di casa perché veniva insultata e oltraggiata come spia ed infine i figli venivano spesso presi a sassate dai coetanei. Lo sfortunato Neglia non si diede per vinto e così dapprima si trasferì a Caltanissetta per dirigere l'orchestra locale, poi emigrò a Legnano dove per sbarcare il lunario e mantenere la famiglia si rassegnò a un posto di maestro elementare. Nella città lombarda fondò il Liceo Musicale “G. Verdi” e portò a termine l'unica opera lirica da lui scritta, Zelia . Morì a Intra il 31 luglio del 1932.

La città di Catania, fra i meriti acquisiti in campo culturale nel passato può vantare senza dubbio quello di avere fatto rappresentare per la prima volta il dramma lirico in tre atti del maestro siciliano al Teatro Bellini in prima assoluta il 30 novembre del 1950. Una piccola ricerca da noi compiuta ci ha permesso di rintracciare due articoli apparsi sul quotidiano La Sicilia dello stesso anno. Il primo consistente in un semplice annuncio mentre il secondo era una recensione a firma S. Di Stefano di cui riportiamo alcuni passaggi: “Decisamente Francesco Paolo Neglia non fu quel che si dice ‘un uomo di teatro'. E' un musicista che conosce il mestiere, strumentatore geniale originalissimo in ogni spunto melodico. Le evidenti simpatie wagneriane non ne diminuiscono l'originalità; l'accenno al tema di Siegmund della Walkiria, i rudi intervalli nel canto e qualche mormorio orchestrale alla Sigfrido non hanno importanza che Wagner è un mare al quale tutti devono attingere. Ma che non sia ‘uomo di teatro' lo si rileva anzitutto dal librettaccio che ha scelto. Un modesto episodio di cronaca nera diluito in sessanta pagine, senza tipo, senza una scena che sia giustificata dalla logica…Riuscì a scrivere della musica, della buona musica, ma non un'opera perché l'opera di teatro è l'armonica ed equilibrata fusione di tutti gli elementi necessari all'emotività e al godimento di chi ascolta…Successo caloroso, applausi a scena aperta alla gavotta di Zelia e al duetto del secondo atto, ripetute ed entusiastiche evocazioni a tutti gli interpreti a ogni calar della tela”.

Alla serata era presente anche il critico musicale Ubaldo Mirabelli che così annotava sul Giornale di Sicilia di Palermo: ”Zelia, l'opera del maestro ennese che è stata eseguita in prima rappresentazione assoluta al Teatro Massimo Bellini di Catania, ripropone ancora una volta la problematica, drammatica e musicale dell'opera lirica…Il libretto dell'opera Zelia, antiquato com'è, può essere considerato un campionario del più trito repertorio ottocentesco…Eppure su questo sfondo oleografico, terribilmente banale, Il Neglia ha costruito una musica di grande nobiltà espressiva, che riscatta con squarci di morbida melodia la povertà delle situazioni. C'è nel trattamento che l'autore ha fatto della vicenda un senso vorrei dire polifonico, che sa combinare insieme e felicemente disporre le voci e i piani melodici…ottenendo effetti d'una complessità strutturale per nulla fastidiosa, colma, come è, di calda effusione lirica…”.

Dell'obliato e valente compositore siciliano, del cui unico melodramma auspichiamo la ripresa, ricordiamo anche alcune creazioni come l'operetta “Grifalco o l'ultima avventura”, due “Sinfonie in re minore”, la suite “Tre quadri di vita veneziana”, “Quartetto con pianoforte”, “Trio con pianoforte”, “Fantasia il sol maggiore per mandolino” e varie altre musiche. Fra le pubblicazioni dedicate al musicista ricordiamo il volume di Ilaria Grippaudo Francesco Paolo Neglia. La vita esemplare di un musicista ennese tra idealismo e classicismo del 2004 e Maestro sul podio e nella vita. La straordinaria avventura di Francesco Paolo Neglia dalla Sicilia alla Germania, a Legnano e dintorni del 2020 di Laura Fusaro.

Giovanni Pasqualino

30/5/2024