RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Santa Cecilia

Teatralità di Mahler

Dopo averla a lungo cercata e meditata, dopo gli ostacoli e i ritardi imposti dall'emergenza pandemica, Antonio Pappano ha potuto finalmente presentare la sua visione della Settima di Mahler a S. Cecilia. Molto si è detto e scritto riguardo l'apparente imperscrutabilità di queste pagine, sul suo carattere sfuggente. Come tutte le opere di Mahler, questa sinfonia rappresenta l'universo nella sua infinita ampiezza. La vocazione romanzesca del dettato mahleriano fluisce negli innumerevoli rivoli di una narrazione costantemente mutevole. Microcosmi si inseriscono in una struttura più ampia, in una forma dalle aspirazioni totalizzanti.

Pappano ha il merito di semplificare ciò che è complesso, con un afflato comunicativo di rara pregnanza. Il tragitto mai rettilineo della partitura si snoda di fronte ai nostri occhi con coerenza, così come le improvvise alterazioni degli equilibri non appaiono mai forzate o eccessivamente disturbanti. Il chiaroscuro, certamente dominante nel primo movimento, non è violento, sbalzato con audaci colpi di scalpello, ma reso con peculiari effetti prospettici e luministici. Ne risulta un affresco composito dell'elemento naturale, colmo di mistero e stupore. La Settima, come giustamente afferma Quirino Principe, “…è la sinfonia mahleriana in cui più agiscono gli specchi deformanti”. Le preziosità delle due musiche notturne fanno balenare echi classicisti, salvo riprodurli con fare trasognato e straniante. Lo Scherzo che le divide, con il suo ritmo continuamente interrotto e ripreso, esala vapori sulfurei e spettrali. Il movimento conclusivo, con le sue allusioni ai Meistersinger wagneriani e l'atmosfera festosa che ne deriva, è un grande meccanismo vitalistico. Pappano ne raccoglie tutte le suggestioni assertive e virtuosistiche, grazie anche alla prova maiuscola di un'orchestra in grande spolvero. Il rovello del dubbio, secondo alcuni esegeti celato in cotanto magma sonoro, non traspare. La sua interpretazione è totalmente pervasa da una esuberante teatralità. Pubblico purtroppo non particolarmente numeroso, almeno nella seconda serata, ma comunque entusiasta.

Riccardo Cenci

20/12/2022

La foto del servizio è di Mussacchio&Ianniello.