Un concerto per Sant'Agata
Enrico Castiglione onora la Santuzza
Da sinistra: Stefano Sanfilippo, Minji Kin e Leonardo Bonura.
La Chiesa Badia di Sant'Agata ha ospitato il 31 gennaio un concerto in onore della nostra Santa patrona organizzato da Enrico Castiglione, direttore artistico del Bellini Festival, che nel 2020 sarà giunto alla sua dodicesima edizione: il maestro Castiglione, che ha da sempre un particolare legame affettivo con Catania, ha offerto in forma assolutamente gratuita questo concerto, che ha registrato un elevato afflusso di pubblico e un notevole entusiasmo per la performance degli artisti che hanno partecipato alla manifestazione.
Il programma, ricco e variegato, prevedeva l'esecuzione di numerosi celeberrimi brani d'opera dei maggiori operisti italiani ed europei, tra i quali non poteva naturalmente mancare Vincenzo Bellini: il tenore Leonardo Bonura ha infatti esordito con la cavatina di Pollione “Meco all'altar di Venere” con la cabaletta “Me protegge e me difende” da Norma, proseguendo con “Quando le sere al placido” da Luisa Miller di Verdi, “O paradiso” da L'Africana di Meyerbeer, “La fleur que tu m'avais jetée” da Carmen di Bizet, la Scena e Aria di Macduff dall'atto quarto del Macbeth di Verdi “O figli, o figli miei… Ah, la paterna mano”. Nel corso della sua esibizione il giovane tenore, dotato di una voce possente e di buona estensione, ha mostrato grande grinta interpretativa; tuttavia, un dosaggio più accurato dell'emissione consentirebbe al suo strumento vocale un controllo più facile e maggiore precisione dell'intonazione, giovando nel contempo alla morbidezza del fraseggio e al registro grave, che in taluni momenti appariva sfocato rispetto alla brillantezza degli acuti.
La cantante coreana Minji Kim, soprano lirico dotato di una superba agilità e di una morbidezza di emissione ragguardevole, ha anch'essa esordito con Bellini, di cui ha eseguito “Eccomi in lieta vesta” da I Capuleti e i Montecchi, proponendo poi tutta una serie di bravi di notevole difficoltà tecnica e interpretativa: “Caro nome” da Rigoletto di Verdi, “Regnava nel silenzio” da Lucia di Lammermoor di Donizetti, cavatina completa dell'impervia cabaletta “Quando rapito in estasi” ripetuta come da tradizione, e come oggi pochi soprani fanno, per finire con le pucciniane “Donde lieta uscì” da La Bohème e “Chi il bel sogno di Doretta” da La Rondine. In tutti i brani proposti il giovane soprano ha dato prova non solo di un'estensione vocale che le ha consentito di affrontare con estrema disinvoltura le tessiture dei singoli personaggi proposti, ma anche perizia tecnica nell'esecuzione degli abbellimenti, pulizia di dizione, eleganza di fraseggio, unita quest'ultima a ottime mezze voci, sicurezza nei passaggi di registro e ottima copertura degli acuti.
I cantanti, cui il pubblico ha tributato frequenti ed entusiastici applausi, hanno eseguito anche due duetti: “Oh soave fanciulla”, ancora La Bohème, e “Parigi o cara” da La Traviata di Verdi. Dopo un breve intervento del maestro Enrico Castiglione, seguito da quelli di Don Massimiliano Parisi, rettore della Chiesa Badia di Sant'Agata e di Riccardo Tomasello, presidente del comitato per la festa di Sant'Agata, il concerto è stato coronato da due bis: “Sì, mi chiamano Mimì”, sempre da La Bohème, eseguito da Minji Kim, e il Lamento di Federico da L'Arlesiana di Cilea, proposto con accorata partecipazione da Leonardo Bonura.
Il maestro Stefano Sanfilippo ha accompagnato al pianoforte i cantanti, annunciando via via i brani proposti dal concerto.
Giuliana Cutore
1/2/2020