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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

9/4/2016

 

 


 

Musica Antiqua Latina interpreta Corelli e i suoi contemporanei

Esplorare l'ambiente nel quale Arcangelo Corelli si formò significa entrare in un mondo ancora in gran parte inesplorato, popolato da figure oggi poco frequentate dalla produzione concertistica e discografica. Corelli bolognese è il titolo del cd appena licenziato dall'ensemble Musica Antiqua Latina, pubblicato per il ramo tedesco della Sony, ovverosia per la prestigiosa etichetta Deutsche Harmonia Mundi. Trascorsa è l'epoca nella quale la riscoperta del repertorio barocco italiano passava inevitabilmente per l'interpretazione di ensemble strumentali nordici. Da tempo ormai anche l'Italia vanta gruppi di grande valore e professionalità come Musica Antiqua Latina, fondato e guidato dal violoncellista Giordano Antonelli. Basta ascoltare le prime battute del disco per rendersene conto. La musica sgorga con grande vitalità, come se fosse stata appena composta, tutto riesce facile e naturale, e bisogna tener presente che siamo di fronte a un repertorio niente affatto semplice, irto di difficoltà contrappuntistiche. Inoltre anche il lavoro di arrangiamento, necessario in numerosi brani dell'epoca, è sorretto da un gusto e da uno stile impeccabili, frutto di una lunga frequentazione con il repertorio e di una intensa attività di studio.

Filologia dunque, espressa ai suoi massimi livelli. L'ascoltatore si trova proiettato in un mondo fatto di scambi e influenze reciproche, e non è un caso che l'incipit del Balletto di Domenico Gabrielli, datato 1670, si ritrovi poi in una sonata composta dallo stesso Corelli trenta anni dopo. La danza ha un ruolo fondamentale e ci rimanda all'ambito francese. Notevole a questo proposito anche il Balletto di Giovanni Battista Vitali, caratterizzato da una poliritmia che produce effetti di grande vivacità. Fra gli altri autori rappresentati ricordiamo i più noti Giuseppe Torelli, Giovanni Battista Bassani e Giovanni Maria Bononcini, insieme al poco frequentato Maurizio Cazzati e al raro Floriano Maria Arresti. Riguardo Corelli infine, oltre alla splendida Ciaccona op. 2 n. 12, di grande perizia formale, ecco due Sonate da chiesa tratte dall'opera 3, caratterizzate da un sommo equilibrio contrappuntistico e da un sublime afflato melodico, elementi decisivi per l'ascesa di un compositore destinato ad assurgere a uno status elevatissimo in ambito romano, conteso dai vertici ecclesiastici e dai ricchi mecenati. Conclude il cd un pezzo anonimo, probabilmente opera di un autore non italiano il quale assorbì gli stili di Händel, di Vivaldi e soprattutto di Corelli, sintetizzandoli in una peculiare alchimia. Un'ulteriore prova della grande risonanza che la produzione del Maestro di Fusignano ebbe sulle generazioni successive. A questo proposito interessante sarebbe indagare tali influssi in una pubblicazione discografica successiva poiché quella presente, nonostante il sottotitolo parli di Corelli e dei suoi successori, è in realtà incentrata in massima parte sulla produzione dei suoi contemporanei.

Riccardo Cenci

17/7/2016