Barcellona
Puccini e Dallapiccola in concerto
Dopo il programma doppio formato dalla strana coppia Il Prigioniero – Suor Angelica il Liceu voleva allargare la formula con un concerto dove i frammenti del balletto Marsia (1947) si abbinavano a Il Tabarro, ma il programma non offriva che un commento – bello – di Jaume Tribò sull'opera ma nessuna informazione sul balletto che sostituiva, già da tempo, agli annunciati Canti di prigionia. L'Orchestra Sinfonica di Barcellona e Nazionale della Catalogna è indubbiamente la compagine più valida in questo paese ma il suo direttore attuale (ancora per un lungo anno), Pablo González, non è esattamente la bacchetta ideale. Il maestro era più interessante nel balletto di Dallapiccola, ancora dell'epoca tonale, una bellissima scoperta anche se il pubblico presente – non molto folto – sembrava poco disposto ad ascoltare cose che non conosce o non reputa ‘ascoltabili: curiosamente il solo cellulare che suonava lungamente durante Il Tabarro apparteneva a una signora che sembrava sospirare per Puccini.
Nell'opera invece non sembra, come sempre nelle poche volte che ha diretto una, a suo agio, e particolarmente gli sfuggivano i momento più lirici ed effusivi. Il breve intervento del coro, così come di alcuni dei suoi membri nelle parti soliste più piccole, era, se non erro, l'ultima occasione di apprezzare l'eccellente lavoro di José Luis Basso. Debuttava e trionfava a ragione il tenore Aleksandrs Antonenko, un Luigi di lusso. L'opera, come quasi tutto Puccini, non fa per la versione di concerto ma tutti cercavano di interpretare con forza i rispettivi personaggi. Amarilli Nizza, arrivata per sostituire una Eva-Maria Westbroek datasi malata all'ultimo momento, ha una voce e un temperamento – forse troppo enfatici – che si addicono a Giorgetta più che a molti dei tanti ruoli che interpreta. Àngel Òdena era un buon Michele, sempre cantato forte e senza troppe sfumature ma efficace.
Si presentava per la prima volta al Liceu il noto mezzosoprano Elena Zilio e la sua Frugola era commovente; la voce sicuramente ha conosciuto momenti migliori ma ancora regge per questa parte. Molto bravo Vicenç Esteve nei panni de Il Tinca; dal canto suo, Simón Orfila come Il Talpa dimostrava ancora una volta di essere un bravo cantante ma più barítono che basso. Molti applausi a fine spettacolo.
Jorge Binaghi
7/7/2014
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