RECENSIONI
-

_ HOMEPAGE_ | _CHI_SIAMO_ | _LIRICA_ | _PROSA_ | _RECENSIONI_| CONCERTI | BALLETTI_|_LINKS_| CONTATTI

direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Robert le Diable

riscoprire Meyerbeer

Legato a riscoperte rapsodiche, come i formidabili Ugonotti scaligeri del 1962, mai entrato stabilmente in repertorio, il teatro di Giacomo Meyerbeer attende ancora una riscoperta sistematica e approfondita. Merito dunque al Palazzetto Bru Zane che, pubblicando una pregevole esecuzione di Robert le Diable, colma una lacuna discografica notevole. Una manciata di registrazioni, catturate fortunosamente dal vivo o funestate da ampi tagli, non rendono giustizia a un lavoro che definì i caratteri del grand-opéra francese, portando fama internazionale al suo autore. La prima esecuzione, avvenuta il 21 novembre del 1831 a Parigi, ottenne addirittura il plauso di Frédéric Chopin, presente in sala. Un successo giustificato dalla fascinazione del libretto, vergato da Eugène Scribe e Germain Delavigne, ammantato di oscurità e pregno di simbolismi, e dalla qualità della musica, ricca di attrattive melodiche ed eminentemente teatrale. La vicenda, basata sulla progressiva corruzione dell'anima di Robert, duca di Normandia, per mano dell'amico Bertram, in realtà il suo demoniaco genitore, riverbera echi faustiani. La registrazione si basa sull'edizione critica predisposta da Wolfgang Kühnhold e Peter Kaiser, ed accoglie alcuni tagli evidenziati nel libretto accluso.

Formidabile la direzione di Marc Minkowski, il quale dimostra di essere a proprio agio anche al di fuori del suo repertorio di elezione. La concertazione riesce a evocare le tenebrose atmosfere romantiche mantenendo una chiarezza esemplare. L'articolazione appare sempre esatta, densa senza risultare pesante, luminosa nelle scattanti linee orchestrali. Il discorso musicale è fluido, colmo di raffinatezze e preziosismi, mentre l'arco narrativo non conosce cedimenti. L'Orchestre National Bordeaux Aquitaine lo segue con entusiasmo. Da segnalare inoltre l'ottima prova del Coro dell'Opéra National de Bordeaux. Domina il cast John Osborne, il quale offre una vera e propria lezione di canto. Il fraseggio è magistrale, la voce omogenea in tutti i registri, la salita all'acuto facile e naturale. Si pensi all'inizio del secondo atto, alle sapienti ombreggiature del recitativo, volte a cogliere i repentini mutamenti d'animo del personaggio, e alla preghiera successiva, risolta con dovizia di accenti. Di fronte a tale protagonista il Bertram di Nicolas Courjal è molto più ordinario. Rispetto ad altri interpreti del ruolo, penso a Christoff per il lontano passato, o a Ramey in tempi più recenti, la voce è meno personale e imponente, il timbro più generico, pur avendo un registro grave ragguardevole. La scena dell'evocazione degli spiriti delle monache, culmine della partitura, è comunque resa con drammatica efficacia. Ottime le interpreti femminili. Erin Morley (Isabelle) governa la voce con grande maestria, sfoggia colorature brillanti e splendide mezzevoci. Si pensi alla celebre cavatina del quarto atto, “Robert, toi que j'aime”, resa con toccante emotività. Le sta accanto l'Alice altrettanto valida di Amina Edris, dal timbro accattivante e stilisticamente in linea con il dettato meyerbeeriano. Anche la seconda voce tenorile, il Raimbaut di Nico Darmanin, non sfigura nel confronto con lo stratosferico Osborne. Registrazione di grande nitore ed equilibrio; cofanetto a guisa di libro, esteticamente molto bello e corredato da un ampio apparato critico. Un nuovo, importante tassello, aggiunto alla serie dedicata all'opera francese promossa dal Palazzetto Bru Zane.

Riccardo Cenci

1/3/2023

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

22/10/2022