Bellini Festival 2020
Il fervido desiderio
Giovedì 22 ottobre presso la Badia di sant'Agata a Catania ha avuto luogo all'interno del Bellini Festival 2020 il concerto “Il fervido desiderio”, tutto dedicato esclusivamente a musiche belliniane, che ha visto protagonisti il soprano Gonca Dogan e il chitarrista Davide Sciacca. Sottoliniamo subito che il semplice accompagnamento di chitarra si addiceva in modo particolarmente efficace alle semplici, lunghe e arabescate linee melodiche tipiche dei motivi belliniani, mettendone in risalto soprattutto l'intensa morbidezza, la malinconica espressività e la purezza lirica.
Il programma proposto al pubblico intervenuto è stato di ampio e vasto respiro, anche perché si esplicitava in un crescendo dalle più semplici ariette per canto e piano per arrivare alle arie operistiche più note ed eseguite del Cigno etneo. Sono state proposte ben nove ariette: Il fervido desiderio, Dolente immagine, Vaga luna, Malinconia ninfa gentile, Vanne o rosa fortunata, Bella Nice che d'amore, Almen se non poss'io, Per pietà, bell'idol mio, Ma rendi pur contento e a seguire le arie: “Ah! Non pensar che pieno” da Beatrice di Tenda, “Ah! Non credea mirati” da La Sonnambula, “Oh quante volte” da I Capuleti e i Montecchi, “Dolce qual arpa armonica” e “Casta Diva” da Norma.
Il soprano turco Gonca Dogan ha confermato le spiccate doti sonore che le conosciamo dal suo debutto e che ancor oggi non sono mai venute meno nelle sue performaces: morbidezza di fraseggio, mezze voci deliziose e gradevoli, filati tenui e cesellati, controllo sicuro della dinamica sonora e per finire un'originale e intelligente musicalità.
Il chitarrista Davide Sciacca ha intercalato con tecnica sicura e avvincente, con sonorità contenute e sature di pathos, alcune sue esibizioni strumentali, alternate alle interpretazioni del soprano, eseguendo: Bellini in USA in prima esecuzione assoluta (rielaborazioni dall'aria “Casta Diva” da Norma e del brano The moon is beaming di B. S. Barclay a cura di Andrea Amici). Il brano è nato da un'idea fantasiosa, in quanto il compositore ha voluto immaginare che Vincenzo Bellini, se non fosse morto prematuramente nel 1835, avrebbe potuto fare negli anni a seguire un viaggio negli Stati Uniti per poi riportare con sé, al suo ritorno in Europa, qualche ricordo musicale. In concreto due temi così si vengono a intrecciare, “Casta Diva”, simbolo del romanticismo lunare del grande compositore italiano, e Come, oh come with me, the Moon is beaming, una serenata di B.S. Barclay, adattamento di una melodia di origine italiana. A seguire il bravo solista ha interpretato la sesta Belliniana op. 2 di Emilia Giuliani (1835), Son vergin vezzosa e Suoni la tromba e intrepido, Arrangiamenti dal Bouquet from Operas di Justin Holland dei Puritani.
Dobbiamo anche segnalare la quasi perfetta sintonia instauratasi fra i due interpreti che riuscivano anche a realizzare in modo davvero suggestivo l'uso del tempo rubato in vari brani, prerogativa quest'ultima diventata oramai davvero rara nella prassi esecutiva contemporanea. Ai vivaci e calorosi applausi del pubblico convenuto alla serata il duo di artisti ha risposto con una chicca davvero insolita, il brano “Ai mortali oh crudo, ai Numi”, tratto dall'opera Saffo di Giovanni Pacini, nella trascrizione del chitarrista Salvo Zappalà.
Giovanni Pasqualino
23/10/2020
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