RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


Don Giovanni alla Fenice di Venezia

 

Al Teatro La Fenice è stata riallestita l'opera Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, primo allestimento curato da Damiamo Micheletto nel 2011 per il progetto dell'intera trilogia dapontiana. È il miglior spettacolo dei tre, quello più azzeccato e riuscito. Michieletto in genere attualizza sempre i suoi lavori e questa prassi non sempre convince. In quest'occasione resta fedele all'epoca e trova una chiave di lettura molto personale e avvincente. Il deus ex machina della sua concezione di drammaturgia è appunto il protagonista che è sempre presente in scena come un aspetto calamitante rispetto tutti gli altri coprotagonisti, senza di lui ovviamente nulla sarebbe accaduto ma allo stesso modo tutti sono coinvolti e convergono nei suoi confronti in un vortice inesorabile e dal quale non riescono a svincolarsi. In tale ottica è fenomenale la scena di Paolo Fantin, già bravissimo scenografo che qui supera se stesso, il quale avvolge il tutto dentro spazi chiusi senza finestre in continuo movimento, pareti mobili che continuamente creano ambienti e stanze di un ipotetico palazzo che tiene tutti prigionieri, con pareti a tappezzeria grigia sempre uguale. Una lezione di stile e di grande teatro d'opera, ove riscontriamo trovate di pregio come il banchetto finale, il quale è costituito da donne… il piatto preferito da Don Giovanni, o l'entrata del protagonista nel sestetto finale che con un colpo di mano stramazza al suolo tutte le sue vittime. Contribuisce con rilievo alla riuscita anche la perfetta prova della costumista Carla Teti che firma costumi bellissimi, e dell'ottimo progettista luci Fabio Berettin nel creare un ambiente sempre cupo, quasi sinistro. Ai cantanti è richiesta una prova attoriale di prim'ordine per movimento, recitazione ed immedesimazione, aspetti che tutta la compagnia assolve benissimo.

Molto riuscita la prova del giovane Alessio Arduini, Don Giovanni, il quale oltre ad un'accattivante presenza scenica sfodera una vocalità pastosa e brunita, rifinita in fraseggio e colore, anche se nel canto a mezzavoce, nella Serenata, dimostra qualche fissità e forzatura. Auspico che in seguito con maggior assimilazione del ruolo otterrà risultati ancor migliori, noi li aspettiamo. Impagabile il Leporello di Alex Esposito, non saprei quale aggettivo aggiungere oltre ai plausi già espressi in altre occasioni, personaggio e canto sono di assoluto rilievo. Una nota fastidiosa a chi scrive è l'aver creato un servo balbuziente ma probabilmente era richiesto dal regista.

Jessica Pratt era una discreta Donna Anna, voce corposa e accenti di grande fattura anche se le agilità non sono del tutto precise come la dizione. Maria Pia Piscitelli era scenicamente una bravissima Donna Elvira, vocalmente s'impone in un recitativo efficace ma negli interventi cantati dimostra una zona acuta sfasata e limitata. Juan Francisco Gatell disegna un Ottavio linfatico e con scarsa predisposizione nelle agilità e nei colori, tuttavia, decoroso. Caterina Di Tonno era una Zerlina gradevole e frizzante, anche se credo non fosse in serata perché in altri ruoli mozartiani l'ho ascoltata con più precisione e musicalità. Bravissimo il Masetto di William Corrò, ottima la resa del personaggio, recitativi ben calibrati e una voce meritevole di plauso. Attila Jun avrebbe la voce del basso profondo per realizzare un Commendatore pertinente, ma dizione e tecnica sono precarie.

Il direttore Stefano Montanari è un buon concertatore e tiene ben saldo il rapporto palcoscenico-orchestra. A mio modo di sentire però sceglie una strada assai pericolosa pretendendo dall'orchestra della Fenice, la quale è anche buon ensemble, una lettura tipicamente barocca, quale la sua formazione, che avrebbe potuto ottenere con risultati diversi da altra compagine. Infatti, i tempi erano molto arbitrati, ora slentati ora velocissimi e difficilmente l'orchestra poteva seguirlo in tutte le sue intenzioni che rispecchiano in parte una filologia del ‘700. Doveroso però rilevare la particolare cura adottata nelle singole sezioni strumentali e l'accurato recitativo accompagnato da Roberta Ferrari.

Il coro preparato da Claudio Marino-Moretti ha offerto una prova pertinente e positiva sotto tutti gli aspetti.

Successo pieno per tutta la compagnia al termine.

Lukas Franceschini

6/11/2014

Le foto del servizio sono di Michele Crosera.